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| Premessa:ho il difetto (o il pregio, fate voi), di dilettarmi ogni tanto a sfoggiare quel po di cultura (!!!) che nei parecchi lustri passati della mia esistenza, ho cumulato nei miei meandri neuronici. Questo per dire del perché della citazione (siamo dei nani...) di Bernardo di Chartres nella descrizione della discussione che sto aprendo. Bernardo voleva, vuole farci capire che la conoscenza è il frutto della genialità di tanti spesso dimenticati, e che noi possiamo sapere e capire e costruire il presente perché nani (noi) sediamo sulle spalle di quei geni.
Ieri sono stato con moglie e cognati all'Ara Pacis qui a Roma. Questa è una costruzione in marmo di altissimo valore artistico che il Senato di Roma dedicò, alquanto ruffianamente all'imperatore Ottaviano (Ottavio) Augusto per celebrare i suoi fasti e la "pax romana" raggiunta appunto dal primo imperatore romano (anche se per certo versi reali, non istituzionali lo fu C. G. Cesare). L'opera è sublime, unica il frutto di una qualità artistica eccelsa, ma quello che più mi preme è raccontare in cosa è consistito il visitare l'Ara. Ci è stato dato un visore 3D a 360 gradi con il quale abbiamo rivissuto ciò che 2000 anni fa accedeva in quel luogo, le cerimonie, dove era posizionata, i personaggio che sono scolpiti nella stessa tra i quali Augusto e la sua gens, insomma la storia della Roma di allora dunque la nostra. Si usava in quei tempi colorare le statue di marmo e ciò è stato fatto grazie alla tecnologia visiva. E' stato un immersione "reale" nelle nostre radici, per capire chi eravamo e dunque chi siamo. Siamo seduti sulle spalle di giganti, a volte questi giganti non erano propriamente dei santi, ma tali erano. Saluti Claudio
Edited by ClaudioN - 2/4/2017, 21:50
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