| Oggi su Repubblica c'era ripubblicata una vecchia intervista a Bukowsky. l'ho letta, certa era un tipo sui generis. Antò la letteratura americana mi piace moltto: schemi letterari diversi, modi di ragionare e scrivere diversi, forse a volte un pò meno "colti" dei nostri europei, ma senz'altro grande letteratura. Del resto Hemingway, Philip Roth, Fitzgerald, De Lillo, Twain, Salinger, Vidal, Steinback...solo per citarne alcuni, li trovo veramente interessanti. Del resto de gustibus. Saluti Claudio
Il libro che penso di proporre questa settimana è: "Le avventure di Pinocchio", di Carlo Lorenzini più noto con lo pseudonimo di "Collodi". Chi non lo conosce! ma quanti di noi hanno veramente letto il libro. Ne possiedo una stupenda edizione, purtroppo alquanto malconcia ma integra, stampata, ed. Silani a Firenze del 1933 e arricchita con gli splendidi disegni dei fratelli Cavalieri. Scritto verso la fine dell'800, ruppe tutti i precedenti canoni dei racconti favolistici (pensiamo solo ai fratelli Grimm, quelli di Biancaneve). I dialoghi sono serrati, spesso spiritosi, le autorità a volte mostrate in forma irrisoria (il giudice con la faccia di scimmia). C'è un continuo, quasi martellante seguirsi di situazioni, senza sosta. Pinocchio è un discolo, non si ravvede, strafottente e sarcastico, ma ingenio che si fa corrompere dal primo imbonitore che passa (il gatto e la volte, Lucignolo). Quasi fino alla fine tutt'altro che pedagogico . Certo finisce con il ravvedimento, diventa buono e si sacrifica per il povero (si era sempre nell'800!) e irascibile (del resto erano tutti toscanacci) Polendina Geppetto, ricevendo in dono dalla fata Turchina la mutazione da burattino di legno a bambino in carne e ossa. ma resta la sostanza narrativa e letteraria, il susseguirsi incessante di situazioni i dialoghi mordenti e vivaci e le storie fascinose. Merita di essere ancora letto o riletto. Saluti Claudio
|