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La via Appia, Quello che noi siamo

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view post Posted on 9/7/2013, 22:17
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Causa parecchie coincidenze esistenziali della mia vita, ho la via Appia sempre accanto, anzi sotto (i piedi) di me. E' la strada consolare più importante e antica che costruirono i romani, collegava Roma a Brindisi attraversando la Campania e passando per Taranto e dunque all'oriente. Il censore Appio Claudio la concepì e iniziò a farla costruire verso la fine del IV secolo A.C. Perché ho parlato di" coincidenze esistenziali"? Perché sono nato e vissuto in gioventù a Formia nel Lazio accanto ad essa, e quando sono venuto a Roma dove ho abitato e abito? sempre accanto a lei. la percorro tutti i giorni, lambendo la villa dei Quintili grandi personalità antiche troppo poco conosciute.
Comunque non è tanto questo il fatto su cui volevo porre l'accento, voglio invece raccontare il viaggio di ritorno di domenica scorsa, nulla di particolare...ma forse no. bene appunto domenica nel primo pomeriggio stavo tornando alla guida della 16 insieme a mia figlia la granda (si,la granda! che mi ha fatto ripetutamente sentire i Negramaro visto che la prossima settimava va al loro concerto ) verso Roma dopo essere stato, anzi stati, da mia madre a Formia. Il tempo volgeva al brutto e allora invece della solita strada, la Flacca-Pontina, ho deciso di percorrere la via Appia per evitare il traffico di coloro che di corsa sarebbero certamente tornati dal mare. Quest'ultima passa più internamente e dopo aver superato Itri e Fondi, da Terracina in poi e quasi fino a Velletri è una coltellata: dritta e basta, questo tratto fu chiamato "la fettuccia" e negli anni venti e trenta dello scorso secolo, veniva utilizzato dallo automobilismo sportivo pioneristico molto di frequente. La sede stradale per lunghi tratti è ancora quella originaria (a parte l'asfalto, certo) dunque non molto larga. La larghezza della carreggiata (i romani la costruivano non superando mai i tre-quattro metri per permettere il passaggio nei due sensi dei carri militari), incroci a raso e terreni agricolo circostanti con annesso passaggio di trattori, la rendono piuttosto pericolosa, ma il tutto ha un fascino unico: filari di pini marittimi che si perdono all'orizzonte accompagnando silenti il viaggiatore, al loro fianco, lunghi canali gonfi d'acqua che ricordano le vecchie paludi pontine contrappuntano il percorso. Antichi ponti, fattorie, case rurali ricordo del ventennio si susseguono, e noi sempre con il volante dritto stando attenti a non distrarci troppo, eravamo là, a percorrere la strada di Cicerone, di Mario e Silla, della tragica morte di Spartaco e dei suoi gladiatori, che pure Annibale, a tratti calpestò; qui passò Cialdini (il massacratore delli briganti) con i piemontesi per conquistare Gaeta (la loro base operativa era proprio a Formia che allora si chiamava Mola di Gaeta) e per ultimi i nazisti e angloamericani che da Sud, dopo duemila anni percorsero con i loro eserciti. Questo fummo e se vogliamo, siamo ancora, non dimentichiamolo.
Saluti
Claudio

Edited by ClaudioN - 11/7/2013, 09:35
 
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view post Posted on 10/7/2013, 08:26
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Viviamo in un paese intriso di storia in ogni angolo, ricco di scorci suggestivi che ossigenano lo spirito.
Alla faccia dei rating e della Merkel
 
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view post Posted on 10/7/2013, 08:36
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Viviamo in un paese che ha fatto la storia, in tutet le direzioni, ricordiamocene non per mera retorica sul passato, ma con lo sguardo dritto e aperto sul futuro (P. Bertoli).
Saluti
Claudio
 
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view post Posted on 10/7/2013, 18:08
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:) L'imperatore Traiano fece costruire una variante dell'Appia che accorciava il percorso per Brindisi passando da Benevento e festeggiò l'evento con un arco di trionfo che appunto è "L'arco di Traiano" a Benevento... ridotto poco più che una rotatoria.
 
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view post Posted on 10/7/2013, 20:32
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L'Appia antica

Via-Appia-Antica_017
 
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view post Posted on 10/7/2013, 21:03
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Vi sono diversi tratti della via Appia che sono rimasti quelli originari o quasi. A Roma all'altezza della tomba di Cecilia Metella, diversi chilometri la fanno vedere per quella che fu. A Formia, nei pressi della tomba di Cicerone si scorge il basolato antico. la foto inserita da Maurizio dovrebbe essere stata ripresa dalle parti di Torricola, qui a Roma. Lunghi tratti sono rimasti quelli antichi anche se coperti di asfalto per permetterne l'uso. del resto arrivando a Brindisi...
Saluti
claudio

Edited by ClaudioN - 11/7/2013, 21:29
 
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view post Posted on 11/7/2013, 07:22
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Della via delle Gallie son rimaste poche vestigia, ma anch'essa fu un'opera monumentale:

http://www.lovevda.it/cultura/beni_cultura...e/default_i.asp
 
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view post Posted on 11/7/2013, 20:40
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Istruttore

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le strade, una volta ancora di più, non erano solo arterie di spostamento, ma molto di più. c'erano le stazioni di cambio dei cavalli, luoghi per i commerci, alberghi osterie. di notte non era igienico rimanere lontano da luoghi abitati, il predoni erano sempre il agguato. Ma erano luoghi vivi, nonostante i mezzi di trasporto fossero pochi: a piedi o trainati da cavalli. i romani furono maestri, grandi maestri e costruirono grandi, stupende strade. E' veramente emozionante, per esempio percorrere quei tratti dell'Appia tanto antichi ma tanto moderni.
Saluti
Claudio
 
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px200cambio
view post Posted on 11/7/2013, 23:24




Argomento molto interessante e presentato magistralmente. Gli intervenuti hanno manifestato passione e competenza. Ieri sera alla vista del numero 66 sulla torta ho pensato alla Route 66, per dire della suggestione delle strade famose. Certo, come regina viarum l'Appia è fuori concorso. Se non mi sbaglio, al suo termine nel porto di Brindisi erano collocate due colonne, una delle quali attualmente regge la statua del santo patrono, Sant'Oronzo, nella piazza principale di Lecce. Forse ho anche postato qualche foto nel thread "Leuca".

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view post Posted on 12/7/2013, 08:28
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Si Antò, hai inserito foto della colonna. Io a Roma abito non molto lontano da dove fu concepito il suo inizia vicino a porta Latina, per capirci dall parti del Circo Massimo e, come ho scritto casa di Formia è vicina ad essa che quasi la lambisce. E' qualcosa più di una strada, oserei dire metaforicamente che è il tracciato delal storia d'Italia nel bene e nelle tragedie. http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/07/...ntica-62816013/
Saluti
Claudio
 
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view post Posted on 4/6/2014, 11:03
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http://www.nationalgeographic.it/dal-giorn..._verde-2161808/
Il National Geo. ha dedicato l'ultimo suo numera alla "regina viarum". ^_^
Saluti
Claudio
 
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view post Posted on 22/12/2016, 22:23
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A volte capita di incontrare nel prorpio cammino esistenzaile delle sensibilità identiche o quasi alle proprie. Paolo Rumiz, giornalista errabondo di Repubblica ha percorso a piedi la via Appia da Roma a Brindisi. Ho letto il libro poi nato da questo suo viaggio che non è solo un percorso stradale ma dell'anima di chi siamo, alla scoperta di radici che si pensavano estinte ma che sono ancora assai vive. Non è un viaggio ghoetiano, pel gustare opere e arte antiche ma ripeto, per capire chi eravamo, cosa siamo stati e cosa potremmo essere ancora. Quanto interessi malefici hanno e stanno ancora distruggendo quella che non è solo una strada, e quanti invece capiscono che il futuro dipende molto più di quanto si possa pensare, dal passato.
Saluti
Claudio
 
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px200cambio3
view post Posted on 14/1/2017, 20:20




Come ti dissi, mi sarei procurato il libro. Ce l'ho da Natale, ma solo ieri ne ho cominciato la lettura. Penso che mi divertirò. Peccato che necessariamente il viaggio debba finire a Brindisi, mi sarebbe piaciuto che arrivasse qui nel Capo di Leuca.

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view post Posted on 15/1/2017, 10:26
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Antò come ben sai Brindisi era la porta per il ricco oriente e là necessariamente doveva finire passando prima per la greca Taranto. Rumiz ha girato su questo viaggio anche dvd che posseggo e presto cercherò di vedere. Intanto metaforicamente solca anche tu il basolato della Regina. ^_^
Saluti
Claudio
 
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px200cambio3
view post Posted on 2/2/2017, 22:48




CITAZIONE (px200cambio3 @ 14/1/2017, 20:20) 
Come ti dissi, mi sarei procurato il libro. Ce l'ho da Natale, ma solo ieri ne ho cominciato la lettura. Penso che mi divertirò. Peccato che necessariamente il viaggio debba finire a Brindisi, mi sarebbe piaciuto che arrivasse qui nel Capo di Leuca.

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Quando a Taranto e Brindisi seppero che stavamo per ripercorrere a piedi l'antica via Appia: - Zitti, zitti - ci dissero -, che non lo sappiano i Leccesi! Sennò quelli vorranno allungarla fino a Lecce, Otranto e S. Maria di Leuca! :D

Con queste testuali parole Paolo Rumiz ha poco fa aperto la presentazione del suo libro nella sala del trono (si chiama proprio così :o: ) di Palazzo Gallone a Tricase, paesotto qui vicino dove adesso vive mio figlio Gianni da sposato (ho postato alcune foto di quel memorabile giorno :P ). L'appuntamento era fissato per le 18.30, gente ce n'era parecchia, Rumiz ha detto tante belle cose, altre le hanno dette alcuni camminatori di vie francigene varie.

Di Formia ha parlato di un anfiteatro sulla collina dove abitano delle famiglie alla maniera di duemila anni fa, o almeno questo mi sembra di aver capito.

Io sto leggendo il libro da diversi giorni, ma senza furore. Oggi però ho trovato una carta geografica dell'Italia meridionale con scala 1:200.000, abbastanza dettagliata quindi per seguire con cognizione di causa il libro di Rumiz. Sono arrivato dopo un lungo rettilineo di 50 km a Terracina, ripartirò da lì.
Non so chi leggerà questo post, io in ogni caso vi saluto e vi abbraccio (ma posso? :bleh.gif: ) tutti. Vi posterò anche una foto a caso (indovinate dove sono?) tra quelle disponibili già ridotte. Arrivederci alla fine... della via Appia.

:bye1.gif:

Attached Image: IMG_0574

IMG_0574

 
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19 replies since 9/7/2013, 22:17   228 views
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