SediciSx4 Italian Forum

Windows 8 - la rivoluzione?

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 31/10/2012, 22:50
Avatar

Istruttore

Group:
Member
Posts:
10,915
Location:
Roma

Status:


Vi leggo anche se capisco poco o niente di ciò che dite, ma della materia l'ignorante sono io! :lol:
Saluti
Claudio
 
Top
view post Posted on 31/10/2012, 22:52
Avatar

Amministratore

Group:
Administrator
Posts:
9,223
Location:
Torino

Status:


CITAZIONE (CMaiorano @ 31/10/2012, 21:16) 
Mai avremmo potuto fare tutto quel castello, chiamiamolo così, che è l'attuale sistema informatico di MPS senza Microsoft.
Tutto fatto da noi in questi 16 anni, persone alcune brillanti altre raccogliticce, come magari il sottoscritto, imparando da noi.
Tutto questo castello gira su migliaia di servers, decine di migliaia di client, per le migliaia di filiali MPS ... passando dal "Fat Client" cioè logica applicativa TUTTA sul PC di filialie, al client/server, alle applicazioni Web con comunque accesso ai dati via componenti COM+, installando e schivando i vari S.O. Windows NT, Windows 2000, Windows 2003, le service Pack, le varie versioni del Browser Internet (che 16 anni fa non esisteva) ... tutto da noi, tanti o pochi che eravamo, ma sempre mediamente scarognati.

L'attuale disastro in cui versa MPS nulla ha a che vedere con queste scelte tecnologiche, ma deriva da errori finanziari, principalmente l'acquisto di Antonveneta (spinoffata in un blitz, cioè tutti i client e i server installati col SW nostro con gli opportuni collegamenti etc) ad un prezzo folle.

E in più ... la "somiglianza" e l'efficacia del SW Microsoft, dei suoi ambienti di sviluppo SW attraverso le varie versioni permette al nostro lavoro, già critico, di essere "quasi" un lavoro normale da farsi nelle otto ore, per lo stipendio mensile, con un certo tran-tran perchè non c'è solo il lavoro nella vita e tante persone poi non ci sono neppure così "trombate" come dicono in Toscana.

Penso e mi preoccupo per i mie colleghi della mia azienda che sono in Cassa Integrazione Guadagni (CIG) perchè MPS vista la crisi in cui è ha ridotto molto le commesse : ci sono diverse persone con oltre 50 anni, alcuni sono anche laureati in Informatica a Pisa come me ... come gli si puàò chiedere di essere efficaci con tutte le nuove e macchinose, a dir poco, piattaforme e tool di sviluppo Open? E se mai ci riusciranno mai saranno paragonabili, come velocità, intuito, e costi, ad un neoassunto...invece continuando in una certa "somiglianza"che hanno tutti i SW Microsoft attraverso le varie versioni tutto risulterebbe assai più facile.

Ho visto già abbastanza, come ho già detto, altri SW e ambienti di sviluppo Open e non sono manco parenti di quelli Microsoft, anche se certo non li conosco tutti.

Per fare un esempio ... "pare" che MPS virtualizzi tutti i PC di sviluppo, e non solo quelli, fornendo una sorta di terminale con cui collegarsi al PC virtuale.

Per lavorare velocemente SOPRATTUTTO con lo sviluppo in Java occorrono 3/4 GB di RAM ... ma secondo voi esisterà mai un host che contiene bene TUTTI O MOLTI dei nostri infiniti PC di sviluppo? E se si rompe? Chi ne gestisce la RAM? Se ai nostri PC mancava RAM si poteva sempre chiederla all'ufficio competente ... che prima o poi la comperava e chiunque di noi è in grado di montarla sul PC.

Il resto, secondo me, non ha molta importanza...ha importanza purtroppo un futuro professionale che mi appare molto molto incerto :( .

Il problema è la resistenza al cambiamento che è del tutto naturale superata una certa età (non a caso invecchiando si tende a divenire più conservatori).
Capisco anche che l'ignoto spaventi, ma parlare della virtualizzazione come di un buco nero è fuori luogo. Da quanto scrivi appare ovvio, non me ne volere, che non hai idea di come operino le tecnologie di virtualizzazione che sono estremamente vantaggiose, ancor prima che sul piano economico, su quello delle prestazioni.
Il cambiamento io lo registro sempre come un'opportunità di crescita e non come un'incertezza. Non ti sei fracassato le palle di lavorare sempre sulle stesse cose? E' alienante! Uno dei vantaggi di operare nell'ambito tecnologico è proprio quello di non potersi mai fermare, ma essere obbligati all'aggiornamento continuo.
Inoltre se già operi nel mondo della programmazione ad oggetti creare una classe .net o java è la stessa cosa, ti dovrai sempre preoccupare di metodi, di attributi, di override, di polimorfismo, di ereditarietà, di binding e via dicendo. Cambia la sintassi, cambiano le piattaforme, ma il tuo bagaglio tecnico non lo butti via.
 
Web  Top
view post Posted on 1/11/2012, 09:43
Avatar

Istruttore

Group:
Member
Posts:
11,893
Location:
Pescaglia, in provincia di Lucca.

Status:


No :D non mi sono affatto "fracassato le balle" a fare più o meno le stesse cose, perchè sono simili ma diverse quel tanto che basta per non annoiarsi ... e potrei anche dire che i tanti (quasi tutti) abitanti della zona dove abito che lavorano in una cartiera come operai fanno sempre le stesse poche cose ... e campano benissimo, sicuramente molto molto meglio di quasiasi informatico come il sottoscritto :( ... ma a parte i paradossi (che poi lo sono fin ad un certo punto) la resistenza al cambiamento è semplicemente dovuta all'ìincertezza di mantenere quel poco (o tanto) che sul lavoro si è conquistato (leggi un migliore stipendio) che è dovuto alla competenza dimostrata, che ovviamente è nulla con una nuova tecnologia ... quindi ... cacca direi.

Il cliente dove lavoro ha già attuato più volte la virtualizzazione di servers, con risultati completamente disastrosi : fermo di applicazioni, clienti inferociti che volevano mettere a soqquadro le filiali eccetera, sia per una loro manifesta incapacità ma anche per i limiti della tecnologia di virtualizzazione.

Ma veramente pensi che sia facilissimo gestire un HOST che contiene un numero alto di servers, con chissà quante applicazioni, più o meno malfatte?
Magari qualcuna di queste per un qualsiasi motivo : SW errato, carico di lavoro improvvisamente aumentato per una qualche scadenza, comincia ad usare tutte le risorse del server facendolo bloccare... e invece basterebbe un medio server fisico con 2/4CPU e 4GB di RAM per non aver MAI problemi in tal senso ... se applichiamo questa mia oggettiva pessima esperienza a quello che MPS vuol fare per i pc di sviluppo ... stiamo freschi!

Già ora che hanno un'altra volta virtualizzato servers ritenuti non critici, ci sono stati diversi fermi per risorse HW insufficienti ... ma io penso sia quasi impossibile non avere problemi in tal senso con la virtualizzazione, a meno di avere HOST giganti ... una gestione e una stima incredibilmente precisa del carico di CPU ... molto molto improbabile.

Certamente il linguaggio Java assomiglia molto a .Net ma comunque VB .Net rimane sempre più "facile" e soprattutto il Visual Studio e tutta la piattaforma Enterprise di Microsoft è lontana anni luce (e quindi incomparabilmente migliore) da Eclipse, Jboss, Apache/Tomcat, IBM Web Sphere eccetera.

Basta fare l'esempio di come con questi Application Server non Microsoft sia macchinoso e anche poco intuitivo accedere ad un DB (per esempio Oracle) : bisogna definirsi un file xml di proprietà con il nome del DB dentro ... metterlo in un certo path altrimenti non viene trovato ... queste si che sono tutte palle :o: , laddove tutto questo è già fatto in Microsoft e basta fare una open col nome logico del DB già configurato nel server ...

Per come la vedo io, la piattaforma Open Source, chiamiamola così, va forse bene per una media/piccola industria o una grande che la usa in un medio/piccolo ufficio, si fa fare una qualche applicazione, la usa qualche anno poi la butta via senza che la società che l'ha sviluppata la faccia evolvere ... cosa che come ho già detto noi abbiamo fatto continuativamente per 15 anni.
E comunque lo sfigato :D di programmatore che la fa soffre sempre molto molto di più a svilupparla che se avesse utilizzato .Net, fidati di chi da 25 anni fa essenzialmente lo sviluppatore SW.
 
Top
view post Posted on 1/11/2012, 10:37
Avatar

Amministratore

Group:
Administrator
Posts:
9,223
Location:
Torino

Status:


CITAZIONE (CMaiorano @ 1/11/2012, 09:43) 
No :D non mi sono affatto "fracassato le balle" a fare più o meno le stesse cose, perchè sono simili ma diverse quel tanto che basta per non annoiarsi ... e potrei anche dire che i tanti (quasi tutti) abitanti della zona dove abito che lavorano in una cartiera come operai fanno sempre le stesse poche cose ... e campano benissimo, sicuramente molto molto meglio di quasiasi informatico come il sottoscritto :( ... ma a parte i paradossi (che poi lo sono fin ad un certo punto) la resistenza al cambiamento è semplicemente dovuta all'ìincertezza di mantenere quel poco (o tanto) che sul lavoro si è conquistato (leggi un migliore stipendio) che è dovuto alla competenza dimostrata, che ovviamente è nulla con una nuova tecnologia ... quindi ... cacca direi.

Il cliente dove lavoro ha già attuato più volte la virtualizzazione di servers, con risultati completamente disastrosi : fermo di applicazioni, clienti inferociti che volevano mettere a soqquadro le filiali eccetera, sia per una loro manifesta incapacità ma anche per i limiti della tecnologia di virtualizzazione.

Ma veramente pensi che sia facilissimo gestire un HOST che contiene un numero alto di servers, con chissà quante applicazioni, più o meno malfatte?
Magari qualcuna di queste per un qualsiasi motivo : SW errato, carico di lavoro improvvisamente aumentato per una qualche scadenza, comincia ad usare tutte le risorse del server facendolo bloccare... e invece basterebbe un medio server fisico con 2/4CPU e 4GB di RAM per non aver MAI problemi in tal senso ... se applichiamo questa mia oggettiva pessima esperienza a quello che MPS vuol fare per i pc di sviluppo ... stiamo freschi!

Già ora che hanno un'altra volta virtualizzato servers ritenuti non critici, ci sono stati diversi fermi per risorse HW insufficienti ... ma io penso sia quasi impossibile non avere problemi in tal senso con la virtualizzazione, a meno di avere HOST giganti ... una gestione e una stima incredibilmente precisa del carico di CPU ... molto molto improbabile.

Certamente il linguaggio Java assomiglia molto a .Net ma comunque VB .Net rimane sempre più "facile" e soprattutto il Visual Studio e tutta la piattaforma Enterprise di Microsoft è lontana anni luce (e quindi incomparabilmente migliore) da Eclipse, Jboss, Apache/Tomcat, IBM Web Sphere eccetera.

Basta fare l'esempio di come con questi Application Server non Microsoft sia macchinoso e anche poco intuitivo accedere ad un DB (per esempio Oracle) : bisogna definirsi un file xml di proprietà con il nome del DB dentro ... metterlo in un certo path altrimenti non viene trovato ... queste si che sono tutte palle :o: , laddove tutto questo è già fatto in Microsoft e basta fare una open col nome logico del DB già configurato nel server ...

Per come la vedo io, la piattaforma Open Source, chiamiamola così, va forse bene per una media/piccola industria o una grande che la usa in un medio/piccolo ufficio, si fa fare una qualche applicazione, la usa qualche anno poi la butta via senza che la società che l'ha sviluppata la faccia evolvere ... cosa che come ho già detto noi abbiamo fatto continuativamente per 15 anni.
E comunque lo sfigato :D di programmatore che la fa soffre sempre molto molto di più a svilupparla che se avesse utilizzato .Net, fidati di chi da 25 anni fa essenzialmente lo sviluppatore SW.

Caro Carmine ci sono troppe imprecisioni e preconcetti nelle tue affermazioni. Prescindo da tutte le considerazioni di carattere personale quali stabilità, sicurezza e tranquillità legate al proprio ambiente professionale in quanto si tratta di insindacabili opinioni.
Veniamo alla virtualizzazione. Tanto per capirci opero da anni in ambiente VMWare con circa 200 server virtualizzati (dai DB server alle piattaforme di sviluppo, passando per web server, application server, RDP server per think client e via dicendo) e mai abbiamo avuto un fermo perché è una contraddizione in essere. Ciò che non potrai mai avere in un ambiente virtualizzato, purché correttamente configurato, è proprio un fermo che duri più di qualche secondo! Se, come dici, un vostro cliente è incappato in ciò, significa che ha sbagliato società di consulenza e non tecnologia. troppo spesso si confondono le due cose: le incapacità dei consulenti sono scambiate per inefficienze delle tecnologie (che invero sono sempre più complesse e quindi difficile da dominare con sicurezza).
Poi parli di applicazioni malfatte. Qui le tecnologie centrano poco, il problema lo creano gli sviluppatori che le impiegano e la virtualizzazione risolve e non complica perché al contrario del server fisico dispone virtualmente di maggiori risorse ottenibili all'occorrenza. E' estremamente semplice e banale cogliere la differenza tra un server fisico ed uno virtuale. Supponiamo che tu abbia la tua piattaforma DB su un server fisico e ti si guasta l'alimentatore, che fai? Semplice sei fermo in attesa di assistenza. Con un ambiente virtuale no, neppure ti accorgi del fermo in quanto il DB migra automaticamente sulla prima macchina disponibile in grado di garantire risorse sufficienti. Potremmo fare molti esempi analoghi. Se poi passiamo sul fronte delle ottimizzazioni allora i server fisici neanche entrano in gioco. Hai mai verificato quanto potenza di calcolo viene sprecata dai server fisici? Avvia un log su qualsiasi tuo server e fai un'analisi anche solo giornaliera e poi dimmi. I server virtuali tendono a sprecare nulla, ad ottimizzare tutto con un risparmio sensibile sul costo dell'hardware. Non c'è bisogno di server "giganteschi" ma di corretti bilanciamenti tra server.
Per quanto riguarda le piattaforme di sviluppo continuo a ribadire che il tuo è un giudizio soggettivo dettato dalla migliore conoscenza di una rispetto alle altre e dallo sguardo gettato unicamente sulla realtà in cui operi. Il più grande limite di .Net sta nella sua mancata portabilità su S.O. differenti, cosa che al di fuori di ambienti omogenei (sempre più rari) è una limitazione sostanziale. Per il resto anch'io ne apprezzo l'immediatezza dell'interfaccia e l'ovvia disponibilità di librerie verticalizzate sul mondo Windows.
Per quanto riguarda l'accesso ai DB esistono innumerevoli tecniche, comprese quelle del tutto analoghe ad ADO, OLE, ODBC, che sfruttano le librerie di linguaggio (in Java ne trovi decine).
Contrariamente alla tua visione uscire dal mondo dello sviluppo .Net è una necessità nel mondo dell'industria dove convivono piattaforme Windows e Unix a cui bisogna fornire gli stessi servizi. Ad esempio potrò mai chiedere a un progettista CAD di andare a cercarsi una macchina Windows per richiedere un permesso di uscita?
 
Web  Top
view post Posted on 1/11/2012, 11:43
Avatar

Istruttore

Group:
Member
Posts:
11,893
Location:
Pescaglia, in provincia di Lucca.

Status:


Il "casino" che il cliente, senza particolari consulenti, ha combinato con i server è stato uno solo : semplicemente avevano messo troppi server logici su un HOST fisico, e quando le applicazioni più o meno "malfatte" installate su questi servers virtuali hanno cominciato ad usare un pò di CPU in più ... ecco la frittata, cioè server virtuali che non rispondevano.

Appunto dico che mi pare molto difficile, se non quasi impossibile, per il la realtà dove sono, fare un così fine tuning degli HOST che ospitano le macchine virtualizzate, laddove basterebbe per tante applicazioni un PC desktop con un pò di RAM (2/4GB) già clonato che se si rompe ... viene spento e per come è fatto il nostro SW applicativo viene utilizzato un altro PC della batteria dedicata all'applicazione per il breve tempo di reinstallazione (qualche ora al max).

A me operare così pare facile e non mi impiccherei su cose più esotiche, se così posso dire, ma questo non vuol dire che è IMPOSSIBILE virtualizzare alcunchè ... diciamo che ad oggi sono notevolmente scettico in merito, perlomeno per la realtà dove lavoro.

Anche i Server DB sono mirrorati in questa maniera, quindi i disservizi in caso di rottura di uno di questi sono minimi.

Può darsi che Java abbia librerie che facilitino l'accesso ai dati, io conosco JDBC che assomiglia ad ADO e quindi gli oggetti .Net per il DB sono comunque meglio, ma comunque bisogna configurarsi nell'application server scelto dal cliente che è IBM Web Sphere il Data Source il che è una bella palla, e infatti l'ho già fatto e dimenticato :D più volte, come mi accade per tutte le cose sgradevoli, oppure utilizzare SW come MYBATIS che usa i suddetti files di proprietà, altra discreta palla.

Ciò per dire che è anche passabile operare sui dati in quella maniera, ma non c'è comunque paragone con .Net.

Lo spreco di CPU ... organizzazioni come MPS o simili hanno enormi esuberi di personale e, se posso dire, siamo di sicuro superflui tutti noi paragonati agli schiavi che montano l'IPad 12 ore al giorno o all'operaio della fabbrica messicana della Freemont che per otto ore almeno avvita sempre bulloni con 3 pause di 10 minuti in tutto, quindi permetterai che è un pò una scusa risparmiare così, anche se sono conti che vengono fatti.

Certamente l'industria ha ambienti non omogenei, ma non le banche per le quali lavoro da 25 anni quindi ... posso pur dire che non è che mi freghi ad ora di questo e comunque anche la mia azienda ha industrie come clienti ma cubano infinitamente meno di MPS quindi ... i soldi stanno là.

:D Non ho capito la frase "Ad esempio potrò mai chiedere a un progettista CAD di andare a cercarsi una macchina Windows per richiedere un permesso di uscita?" ... ma va anche bene così non penso che a breve farò SW per un qualche CAD.

In definitiva io ho si le mie preferenze, e questo è legittimo, ma comunque e questo è assolutamente innegabile perchè lo pensano tutti quelli che hanno lavorato in .Net e in Java con Eclipse, non c'è proprio paragone a lavorare con i due strumenti e la difficoltà a lavorare con le piattaforme OPEN aumenta molto se si sviluppano applicazioni WEB basate su gestori di portali tipo LifeRay ... allora si che sono c* amari se lo paragoniamo a SharePoint di Microsoft :bye1.gif: .
 
Top
view post Posted on 1/11/2012, 12:26
Avatar

Amministratore

Group:
Administrator
Posts:
9,223
Location:
Torino

Status:


Carmine, continuo a farti notare che tu parli di ambienti omogenei: il mondo è differente. Se parlassi con chi sviluppa in ambito publishing ti sentiresti dire con ogni probabilità che il mondo MS è una merda rispetto a quello Apple, ma anche lui guarderebbe sempre solo ad una piccola fetta della realtà.
Inoltre dietro al mondo open c'è una filosofia che sposi o rigetti. Se la rigetti è perfettamente inutile che ti lamenti si come vanno le cose nel mondo e se le aziende licenziano in nome della massimizzazione dei profitti. Ovviamente non voglio dire che se adottassimo il SW open avremmo risolto i problemi del mondo, ma che mettendo insieme tutte le filosofie di produzione e consumo nuove si potrebbe ambire ad un mondo alternativo a quello attuale.
 
Web  Top
ersimari
view post Posted on 1/11/2012, 15:05




non ho letto tutto quello che state scrivendo.
io penso da semplice utilizzatore sia di PC che di tablet che;
1) windows 8 sia un bel passo avanti rispetto al 7, ma sicuramente ha bisogno della tecnologia touch,
usandolo a casa col pc classico non puo funzionare bene.

2) non sara facile colmare il gap rispetto ad ios ed android ( non c'è la puo fare e in ritardo)

3) la tecnologia touch e molto piu veloce ed istintiva rispetto al mouse.
 
Top
view post Posted on 1/11/2012, 15:44
Avatar

Amministratore

Group:
Administrator
Posts:
9,223
Location:
Torino

Status:


Hai ragione. Ci sono però aspetti poco noti ai più legati all'introduzione delle finestre ad icone prima e ai sistemi touch adesso: secondo alcuni studi producono una sorta di regressione cognitiva. In pratica disabituano al pensiero strutturato a favore di uno più elementare e destrutturato. Non è un caso che molti giovani oggi abbiano seri problemi di concentrazione.
 
Web  Top
ersimari
view post Posted on 1/11/2012, 17:16




io non sono dello stesso parere, ogni studioso puo avere una teoria che e quasi sempre l'opposto di un'altro.
Fermo restando che i giovani hanno problemi di concentrazione, dovuti nanche ad altri fattori.
 
Top
view post Posted on 1/11/2012, 17:31
Avatar

Istruttore

Group:
Member
Posts:
11,893
Location:
Pescaglia, in provincia di Lucca.

Status:


Io dicevo invece che per fare programmi la piattaforma Microsoft è moooooooooooooooolto meglio.
Ovviamente, sono programmi che girano su S.O. Windows, ma se possibile per lavorare e non solo per quello io preferirei non soffrire :) .
Che la filosofia Open Source risolva qualcosa ... ne dubito fortemente perchè chi è capace di lavorare in ambito SW open o meno normalmente si rivende passabilmente bene sul mercato del lavoro, :D con l'eccezione ovviamente del sottoscritto che è iellato e abita in un posto non proprio "eccelso" per lavorare nell'ambito SW.
Nient'altro, poco conosco della filosofia Open Source ma proprio non ci credo che siano salvatori del mondo, poi magari sbaglio ...

Se io volessi salvare qualcuno ... basterebbe fare il volontario in Africa per una qualsiasi ONG.
Proprio non ci vedo in un qualsiasi lavoro che dobbiamo fare per campare alcunchè di nobile, altrimenti che lavoro è?
 
Top
view post Posted on 1/11/2012, 17:54
Avatar

Amministratore

Group:
Administrator
Posts:
9,223
Location:
Torino

Status:


Dipende se per te la parola libertà ha un senso. Mi dispiace dirlo, ma così come è formulata la tua risposta mi pare sciocca e superficiale. Ti sei mai chiesto, ad esempio, cosa significhi in un paese del terzo mondo non dover pagare le royalty per il software? Non può cambiare i destini del mondo? Forse, ma non ci giurerei troppo!

Giusto se volessi capire di cosa stiamo parlando:

Da www.gnu.org/

La definizione di Software Libero chiarisce quali sono i requisiti che un certo programma deve soddisfare perché lo si possa considerare “software libero”. La definizione viene occasionalmente sottoposta a revisioni per chiarificarla o spiegare come interpretare alcune sfumature. Per analizzare le modifiche effettuate basta leggere la sezione Storia nel seguito.

L'espressione “software libero” si riferisce al rispetto delle libertà degli utenti e della comunità. In breve, gli utenti hanno la libertà di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Tramite queste libertà gli utenti (individualmente o nel loro complesso) controllano il programma e le sue funzioni.

Quando non sono gli utenti a controllare il programma, allora il programma controlla gli utenti; e gli sviluppatori controllano il programma, quindi attraverso di esso controllano gli utenti. Un tale programma, non-libero o “proprietario”, diventa quindi uno strumento di abuso.

Quindi il “Software libero” è una questione di libertà, non di prezzo. Per capire il concetto, bisognerebbe pensare alla “libertà di parola” e non alla “birra gratis” [NdT: il termine free in inglese significa sia gratuito che libero, in italiano il problema non esiste].

Un programma è software libero se gli utenti del programma godono delle quattro libertà fondamentali:

Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0).
Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2).
Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
Un programma è software libero se l'utente ha tutte queste libertà. In particolare, se è libero di ridistribuire copie, con o senza modifiche, gratis o addebitando delle spese di distribuzione a chiunque ed ovunque. Essere liberi di fare queste cose significa (tra l'altro) che non bisogna chiedere o pagare nessun permesso.

Bisogna anche avere la libertà di fare modifiche e usarle privatamente nel proprio lavoro o divertimento senza doverlo dire a nessuno. Se si pubblicano le proprie modifiche, non si deve essere tenuti a comunicarlo a qualcuno in particolare o in qualche modo particolare.

La libertà di usare un programma significa libertà per qualsiasi tipo di persona od organizzazione di utilizzarlo su qualsiasi tipo di sistema informatico, per qualsiasi tipo di attività e senza dover successivamente comunicare con lo sviluppatore o con qualche altra entità specifica. Quello che conta per questa libertà è lo scopo dell'utente, non dello sviluppatore; come utenti potete eseguire il programma per i vostri scopi; se lo ridistribuite a qualcun altro, egli è libero di eseguirlo per i propri scopi, ma non potete imporgli i vostri scopi.

La libertà di ridistribuire copie deve includere le forme binarie o eseguibili del programma e anche il codice sorgente, sia per le versioni modificate che non modificate (distribuire programmi in formato eseguibile è comodo per avere sistemi operativi liberi facili da installare). È legittimo anche se non c'è alcun modo di produrre una forma binaria o eseguibile (dal momento che alcuni linguaggi non supportano questa caratteristica), ma si deve avere la libertà di ridistribuire tali forme nel caso si trovi o si sviluppi un modo per farlo.

Affinché le libertà 1 e 3 (libertà di fare modifiche e di pubblicare versioni modificate) abbiano senso, si deve avere accesso al codice sorgente del programma. Perciò, l'accessibilità al codice sorgente è una condizione necessaria per il software libero. Il “codice sorgente” deliberatamente offuscato non è vero codice sorgente e non può essere considerato tale.

La libertà 1 comprende la libertà di utilizzare una versione da voi modificata anziché l'originale. Se il programma è distribuito in un prodotto che, per scelta progettuale, esegue le versioni modificate da una specifica persona o azienda ma si rifiuta di eseguire quelle modificate da voi (tecnica nota come “tivoization” o come “lockdown” o come “secure boot” secondo la discutibile definizione che ne danno i suoi sostenitori), allora la libertà 1 diventa solo teorica. Ciò non è sufficiente. In altre parole, la versione eseguibile di questi programmi non è software libero anche se il codice sorgente da cui sono stati ottenuti è libero.

Un importante modo di modificare un programma è quello di includervi funzioni e moduli liberi già esistenti. Se la licenza del programma prevede che non si possano includere moduli già esistenti (nonostante abbiano una licenza appropriata), ad esempio se richiede che voi possiate aggiungere solo codice di cui detenete il copyright, allora la licenza è troppo restrittiva per essere considerata libera.

La libertà 3 comprende la libertà di usare e rilasciare le versioni modificate come software libero. Una licenza libera può anche permettere altri modi di distribuzione; insomma, non c'è l'obbligo che si tratti di una licenza con copyleft. Tuttavia, una licenza che imponesse che le versioni modificate non siano libere non si può categorizzare come licenza libera.

Queste libertà per essere reali devono essere permanenti e irrevocabili fin tanto che non si fa qualcosa di sbagliato: se lo sviluppatore del software ha il potere di revocare la licenza, o di sostituirla retroattivamente con una più restrittiva, anche senza che l'utente sia causa di tale revoca, il software non è libero.

Tuttavia, certi tipi di regole sul come distribuire il software libero sono accettabili quando non entrano in conflitto con le libertà principali. Per esempio, il copyleft, noto anche impropriamente come "permesso d'autore", è (detto in poche parole) la regola per cui, quando il programma è ridistribuito, non è possibile aggiungere restrizioni per negare ad altre persone le libertà principali. Questa regola non entra in conflitto con le libertà principali, anzi le protegge.

“Software libero” non vuol dire “non-commerciale”. Un programma libero deve essere disponibile per uso commerciale, sviluppo commerciale e distribuzione commerciale. Lo sviluppo commerciale di software libero non è più inusuale: questo software commerciale libero è molto importante. Si può ottenere software libero pagandolo o non pagandolo, ma, a prescindere da come lo si è ottenuto, rimane sempre la libertà di copiare e modificare il software, persino di venderne copie.

Se una modifica costituisca o meno un miglioramento è una questione soggettiva. Se i vostri diritti di modificare un programma sono limitati, in sostanza, a variazioni che qualcun altro considera miglioramenti, quel programma non è libero.

Tuttavia, sono anche accettabili regole su come pacchettizzare una versione modificata, purché non limitino in modo significativo la vostra libertà di distribuire versioni modificate, o di produrre versioni modificate per uso interno. Quindi è accettabile, ad esempio, che la licenza vi obblighi a cambiare il nome della versione modificata, togliere un logo, o chiarire che la versione modificata è opera vostra. Purché queste richieste non siano talmente pesanti da rendere molto complesso rilasciare le modifiche, sono accettabili; dato che state già apportando modifiche al programma, non faticherete troppo ad apportarne qualcuna in più.

Una questione particolare è quando una licenza richiede di cambiare il nome con cui il programma sarà chiamato da altri programmi. Questo impedisce di rilasciare la versione modificata in modo che possa sostituire l'originale quando chiamata dagli altri programmi. Questo tipo di richiesta è accettabile solo se c'è una funzionalità di "aliasing", cioè una funzionalità che permetta di specificare il nome originario del programma come alias della versione modificata.

Regole del tipo “se rendete disponibile la vostra versione in questo modo, allora dovete renderla disponibile anche in quell'altro modo” possono essere accettabili, alla medesima condizione. Un esempio di regola accettabile di questo tipo è la richiesta che se avete distribuito una versione modificata e un precedente sviluppatore ne chiede una copia, dovete inviargliela. (Notate che una regola di questo tipo vi lascia sempre liberi di scegliere se distribuire o no la vostra versione). Anche regole che richiedano di distribuire il codice sorgente agli utenti delle versioni che avete pubblicamente distribuito sono accettabili.

Nel progetto GNU, noi usiamo il copyleft per proteggere queste libertà legalmente per tutti. Ma esiste anche software libero senza copyleft. Crediamo che ci siano importanti ragioni per cui sia meglio usare il copyleft, ma se un programma è software libero senza copyleft è comunque accettabile. (Si veda Categorie di software libero per una discussione più ampia delle relazioni tra “software libero”, “software con copyleft” e altre categorie).

Qualche volta le leggi sul controllo delle esportazioni e le sanzioni sul commercio possono limitare la libertà di distribuire copie di programmi verso paesi esteri. I programmatori non hanno il potere di eliminare o di aggirare queste restrizioni, ma quello che possono e devono fare è rifiutare di imporle come condizioni d'uso del programma. In tal modo, le restrizioni non influiranno sulle attività e sulle persone al di fuori della giurisdizione degli stati che applicano tali restrizioni. Insomma, le licenze di software libero non possono richiedere il rispetto di qualsiasi controllo sulle esportazioni come condizione su una qualsiasi delle libertà essenziali.

Molte licenze di software libero sono basate sul copyright, e ci sono limiti a quello che si può imporre con il copyright. Se una licenza basata sul copyright rispetta la libertà nei modi descritti sopra, è improbabile, anche se non impossibile, che abbia qualche tipo di problema che non abbiamo previsto. Tuttavia alcune licenze di software libero sono basate sui contratti, e i contratti possono imporre una gamma molto più vasta di restrizioni. Questo significa che ci sono molti modi possibili di rendere inaccettabilmente restrittiva e non libera una licenza del genere.

Non possiamo elencare tutti i modi in cui questo potrebbe accadere. Se una licenza basata su contratto restringe i diritti dell'utente in una maniera inusuale, fuori da quello che le licenze basate sul copyright potrebbero fare, e non citata qui come legittima, dovremmo esaminare il caso, ma probabilmente concluderemmo che la licenza non è libera.

Quando si parla di software libero, è meglio evitare di usare espressioni come “regalato” o “gratuito”, perché esse pongono l'attenzione sul prezzo, e non sulla libertà. Parole comuni quali “pirateria” implicano opinioni che speriamo non vogliate sostenere. Si veda Termini da evitare per una discussione su queste parole. Abbiamo anche una lista di traduzioni in varie lingue dell'espressione “software libero”.

Infine, si noti che criteri come quelli indicati in questa definizione di software libero richiedono un'attenta interpretazione. Per decidere se una determinata licenza software si qualifichi come licenza per il software libero, noi la consideriamo basata su questi criteri al fine di determinare se corrisponde al loro spirito così come alle precise parole. Se una licenza include restrizioni irragionevoli, la rifiutiamo, anche se in questi criteri non anticipiamo il problema. Qualche volta le richieste di una licenza sollevano un problema che richiede un'analisi dettaglia, oltre a discussioni con un avvocato prima di poter decidere se la richiesta sia accettabile. Quando raggiungiamo una conclusione riguardo ad un nuovo problema, spesso aggiorniamo questi criteri per fare in modo che sia più facile capire perché determinate licenze siano adeguate o meno.

Se siete interessati a sapere se una determinata licenza abbia le caratteristiche per essere una licenza di software libero, consultate il nostro elenco delle licenze. Se la licenza che vi interessa non vi è elencata, potete interpellarci inviandoci un'e-mail a <[email protected]>.

Se pensate di scrivere una nuova licenza, per favore contattate la FSF scrivendo all'indirizzo sopra indicato. La proliferazione di licenze di software libero comporta un maggiore sforzo di comprensione per gli utenti; potremmo aiutarvi a trovare una licenza di software libero già esistente che soddisfi le vostre necessità.

Se questo non è possibile e avete proprio bisogno di una nuova licenza, col nostro aiuto potrete essere sicuri che la licenza sia davvero una licenza di software libero ed evitare vari problemi pratici.

Al di là del software

I manuali del software devono essere liberi, per le medesime ragioni per cui il software deve essere libero, e poiché i manuali sono parte del software.

Lo stesso ragionamento si applica ad altri tipi di lavori di utilizzo pratico — lavori che raccolgono conoscenze utili, come opere didattiche e di riferimento. Wikipedia è l'esempio più noto.

Ogni tipo di lavoro può essere libero, e la definizione di software libero è stata estesa per diventare una definizione di opera culturale libera che si può applicare ad ogni tipo di lavoro.
 
Web  Top
view post Posted on 1/11/2012, 18:31
Avatar

Istruttore

Group:
Member
Posts:
11,893
Location:
Pescaglia, in provincia di Lucca.

Status:


:D Questo per me è il colpo del KO ... ma proprio non fa per me.
La mia opinione è semplicemente una : i programmi si fanno meglio con Microsoft e ovviamente per S.O. Microsoft, con più facilità e meno sofferenza sul lavoro ... che è già una compagna troppo presente, direi.

Tutto qua :bye1.gif: .
 
Top
view post Posted on 1/11/2012, 20:41
Avatar

Pilota esperto

Group:
Mod. globale
Posts:
3,950

Status:


La concisione è stata estromessa da questa discussione, rinuncio a seguire :wacko:
 
Top
view post Posted on 1/11/2012, 21:00
Avatar

Amministratore

Group:
Administrator
Posts:
9,223
Location:
Torino

Status:


Purtroppo le tematiche affrontate sono complesse e spesso non possono essere liquidate in poche righe. Comunque siamo scivolati in pieno O:T. e me ne scuso con tutti.

Tornando a Windows 8 in effetti la definizione è un po' generica, infatti sul mercato sono presenti quattro differenti versioni:
Windows 8
Windows 8 Pro
Windows 8 Enterprise
Windows RT (questa è specifica per processori ARM)

 
Web  Top
4x4mj2000
view post Posted on 6/12/2012, 16:05




Io ho installato "Vin" XP Sp3 e "Vin" 7 Sp1 (utilizzato solo per i giochi dato che ha il supporto DX11).

Premetto che non l'ho provato ma da quello che ho potuto vedere secondo me windows 8 su un pc desktop o laptop è una c4g4t4 pazzesca:
- come gli ultimi win Vista e Win 7 hanno puntato molto sull'aspetto "grafico" abbandonando i "vecchi" utenti che si sono dovuti re-imparare un S.O.
- hanno complicato molto le cose. prima con 1 click facevi l'operazione adesso devi fare click-drag&drop-riclick... (vedi chiudere un applicazione...)
- stanno puntando molto sul touchscreen che dal mio punto di vista in ambiente domestico non ne vedo la grande utilità (giochi(seri... non flash o roba simile) - internet - word - mmedia...)
....e ultimo ma non meno importante
-SICURAMENTE HANNO TOLTO ANCORA QUALCOSA CHE SERVIVA E FUNZIONAVA....


 
Top
30 replies since 31/10/2012, 09:29   217 views
  Share