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25 aprile, L'importanza della memoria

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view post Posted on 23/4/2012, 23:30
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Forse la memoria si sta perdendo, quanto meno appare sempre più sbiadita, sostenuta testimonianze che di giorno in giorno si fanno rare e insidiata dai falchi del negazionismo. Forse dimenticare è più facile che ricordare, ma il prezzo della dimenticanza è un prezzo troppo alto per l'umanità.
Eccoci quindi alla vigilia del 25 aprile a voler ricordare i perché di quella, che non a caso, si chiama Festa, e non ricorrenza, della Liberazione.
E' festa perché ricorre uno dei momenti più felici della nostra storia moderna: la liberazione dal nazifascismo.
Ad un certo punto della seconda guerra mondiale l'Italia divenne una colonia Nazista. Il fascismo, avendo prodotto i danni immensi alla nazione, perse consensi, tanto da far correre ai ripari i più alti vertici del partito (Gran Consiglio del Fascismo), Galeazzo Ciano (il genero) in testa, che deliberarono l'arresto del Duce. L'ordine di arresto fu dato dal re, ma nulla avrebbe fatto senza l'appoggio del partito fascista. Anche quello era un 25, il 25 luglio del 1943. Semplifico, ma i fatti sono tali, dicendo che le truppe tedesche presenti in Italia, ufficialmente in funzione di alleati, ma di fatto come invasori a quel punto non dovettero neppure più salvare le apparenze. Mussolini venne liberato dai tedeschi ed insediato a capo di un governo fantoccio, di uno stato fantoccio: la Repubblica di Salò (da cui il nome di repubblichini). Ormai la figura spavalda del duce ha lasciato il posto ad un Mussolini sfatto nel corpo e nello spirito. Inizia così l'ultimo anno e mezzo di guerra, quello peggiore sopratutto per l'Italia del centro-nord che dovrà lottare fino all'ultimo giorno contro i nazifascisti. Si organizza così la Resistenza formata dai Partigiani, che altro non erano che erano uomini, donne, di ogni età, estrazione sociale, profilo culturale, formazione politica e religiosa, ma accomunati dalla volontà di lottare, per riprendere in mano i destini della propria Patria e riconquistare la democrazia, le libertà individuali e l'uguaglianza sociale. Una lotta che durò fino al 25 aprile 1945 quando i Partigiani entrarono vittoriosi nelle principali città italiane, mettendo fine al tragico periodo di lutti e rovine. Dalle idee maturate durante gli anni di oppressione fascista e da quei lunghi mesi di lotta anche fratricida, nel 1948 (in realtà fu promulgata nel 1947, ma entrata in vigore dal 1° gennaio dell'anno successivo) nacque la Costituzione Italiana.

Per chiudere, su suggerimento di Claudio, vi propongo "Il passaggio dei partigiani" di Ivano Fossati:

 
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view post Posted on 24/4/2012, 08:44
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Quella di Fossati è una delle più belle canzoni dedicate al partigianato. Parte delle immagini del filmato sono trtte dal bellissimo film di Scola "c'eravamo tanto amati".
Ma cos'è stato questo benedetto 25 Aprile? lo ha scritto Maurizio, ne dirò qulacosa anch'io.
Il 25 Aprile del 1945, in fondo pochi anni fa, il Comitato di Liberazione Nazionale organismo coordinatore e comando di tutte le formazioni partigiane, diede l'ordine di insurrezione generale. Dalla linea gotica in su (pressapoco da Bologna), l'Italia era ancora in mano ai nazifascisti, furono liberate dai partigiani Genova, Milano Torino, e molte altre grandi e piccole città, gli Alleati superarono il Po e dopo qualche giorno tutto il resto d'Italia fi libero. Si era in guerra e si uccideva e si veniva uccisi, erano tempi di fuoco e fiamme, bombardamenti, morti, distruzione, stragi e in fondo sono passati solo poche decine di anni. Da una parte c'erano i partigiani che lottavano per la libertà, dall'altra i fascisti alleati dei nazisti che avevano in mente ben altro. Non dimentichiamolo!
Chiudo con questa bella poesia di G. Ungaretti:

Per i morti della resistenza
"Qui vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti li avessero aperti
per sempre alla luce".

claudio

Edited by ClaudioN - 24/4/2012, 14:20
 
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view post Posted on 24/4/2012, 20:12
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Giusto, Claudio. Non dimentichiamolo!
Purtroppo i morti non sono tutti uguali, come la retorica neofascista vorrebbe convincerci. A Salò corsero fanatici pronti ad uccidere i loro stessi fratelli in nome di un'ideologia autoritaria e illiberale. Qualcuno ci dice che entrambi erano giovani ed entrambi sono morti per un ideale. Sì, ma quello fascista non esito a definirlo sbagliato. La morte di chi ha cercando di soffocare la libertà non può essere elevata e portata sullo stesso piano di quella subita da chi lottò per giustizia, uguaglianza e libertà. La morte rimane un grande mistero, ma l'attimo che la precede non è uguale per tutti.
 
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view post Posted on 24/4/2012, 22:54
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maurì, su cinquemila iscritti (molti virtuali), solo noi due ne stiamo parlando. eppure TUTTI! nessuno escluso dobbiamo moltissimo a quegli uomini. Senza di loro l'Italia sarebbe stata trattata molto peggio viste le porcate mussoliniane. Loro è la nostra bella costituzione e da loro lo spirito delle nostre migliori leggi, dal diritto di famiglia alla 104, alla legislazione sociale. Se or siamo in questo stato è proprio a causa del tradimento verso quelle persone i i loro ideali. Ripeto i partigiani lottarono per la libertà, i nazifascisti esattamente per il contrario. Prosando la poesia di Ungaretti che prima ho trascritto: sacrificarono le loro vite perchè noi tutti avessimo sempre i nostri occhi aperti alla luce. Viva la Resistenza e grazie a tutti coloro che si sacrificarono per noi.
Saluti a tutti
claudio

Edited by ClaudioN - 25/4/2012, 12:46
 
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view post Posted on 25/4/2012, 08:46
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Caro Claudio, non solo la memoria è perduta, ma è perduta anche la consapevolezza che libertà e diritti non sono scontati, non ci sono concessi per magnanimità, ma sono frutto di conquiste millenarie. Manca la consapevolezza che per quanto è faticoso conquistare il bene supremo della libertà, tanto è facile perderlo. Viviamo tempi in cui il concetto di libertà è in forte discussione. Certo non tuonano i cannoni, non rombano i motori degli aerei, non fischiano le bombe, ma solamente perché le armi e le strategie sono cambiate. Ora la vera macchina da guerra si chiama "mercato", l'ideologia "liberismo" e la strategia "globalizzazione". Oggi c'è una nuova emergenza che richiede nuovamente la volontà di partecipare da parte di tutti. Oggi non mettiamo in gioco le nostre vite, ma i nostri stili di vita. Chissà se un giorno si potrà festeggiare un nuovo 25 aprile globale?
 
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view post Posted on 25/4/2012, 08:46
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No i morti benchè morti sono, quindi oramai innocui, non sono uguali, perchè non sono uguali i motivi, le idee che li hanno portati alla morte.

L'ideologia nazifascista l'ha bocciata non noi ma la Storia, quindi chi ha combattuto ed è morto seguendo quella ideologia putroppo per lui (e non solo...) è morto dalla parte irrimediabilmente sbagliata.

Non c'è altro da aggiungere, solo ricordarsi di questi pochi semplici concetti, e ricordarsi che la nostra costituzione italiana deriva dalla lotta antifascista e quindi democratica.
 
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view post Posted on 25/4/2012, 09:12
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La sinistra ha ceduto su questo fronte consentendo che si insinuasse questo strisciante concetto di uguaglianza nella morte. Accettare ciò è pericoloso perché implicitamente si accetta che lottare per un ideale giustifichi e santifichi a prescindere da quale esso sia. Le morti dei perseguitati (ebrei, rom, minorati mentali, omosessuali...) perpetuate nei campi di concentramento nazisti non possono essere minimamente paragonate a quelle dei loro aguzzini. Le morti dei combattenti per la libertà, non possono essere messe sullo stesso piano di quelle dei nazifascisti.
 
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view post Posted on 25/4/2012, 11:56
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No, non lo possono e mai lo potranno. voglio apportare una piccola correzione a quanto scritto da Carmine:"l'idelogia nazifascista è stata bocciata, non SOLO da noi, ma dalla Storia". Condivido con voi l'interessante articolo sul 25 Aprile di gotor, oggi su Repubblica. http://www.repubblica.it/politica/2012/04/...ndere-33910878/
Saluti
Claudio
 
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view post Posted on 25/4/2012, 18:59
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CITAZIONE
Viviamo tempi in cui il concetto di libertà è in forte discussione. Certo non tuonano i cannoni, non rombano i motori degli aerei, non fischiano le bombe, ma solamente perché le armi e le strategie sono cambiate. Ora la vera macchina da guerra si chiama "mercato", l'ideologia "liberismo" e la strategia "globalizzazione". Oggi c'è una nuova emergenza che richiede nuovamente la volontà di partecipare da parte di tutti. Oggi non mettiamo in gioco le nostre vite, ma i nostri stili di vita. Chissà se un giorno si potrà festeggiare un nuovo 25 aprile globale?

D'accordissimo.


 
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view post Posted on 28/4/2012, 09:11
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Ho finito di leggere in questi giorni "L'ultimo quaderno" di José Saramago e tra le tante riflessioni ho trovato questa:

Compie quasi cent’anni una rivoluzione in Portogallo, del 5 ottobre del 1910, che ha destituito la vecchia e cadente monarchia per proclamare una repubblica che, tra errori e giuste scelte, tra promesse e furti, passando per le sofferenze e umiliazioni di quasi cinquant’anni di dittatura fascista, è sopravvissuta fino ai nostri giorni. Durante gli scontri, i morti, tra militari e civili, sono stati 76 e i feriti 364. Durante questa rivoluzione di un piccolo paese al margine estremo dell’Europa occidentale, sulla quale si è già posata la polvere di un secolo, è successo qualcosa che la mia memoria, memoria di antiche letture, ha conservato e che non posso non evocare. Ferito a morte, un rivoluzionario civile era agonizzante per strada, accanto al palazzo del Rossio, la piazza principale di Lisbona. Era solo, sapeva di non avere nessuna possibilità di essere salvato, nessuna ambulanza si sarebbe azzardata ad andare a raccoglierlo, i tiri incrociati rendevano impossibile ogni tipo di soccorso. Allora quest’umile uomo, il cui nome, che io sappia, la storia non ha registrato, con le dita tremanti, quasi morto, ha tracciato sulla parete, con le ultime forze, con il suo stesso sangue, con il sangue che gli scorreva dalle ferite, queste aprole: “Viva la repubblica”. Ha scritto repubblica ed è morto, ed è stato lo stesso che se avesse scritto: speranza, futuro, pace. Non aveva altro testamento, non lasciava nessuna ricchezza al mondo, soltanto una parola che per lui, in quel momento, significava forse dignità, quella che non si vende né si lascia comprare, e che trova nell’essere umano la sua massima espressione.
 
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view post Posted on 28/4/2012, 13:25
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Bello.
 
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view post Posted on 28/4/2012, 22:08
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Saramago.......di lui ho letto solo un paio di romanzi, ma mi sono bastati per capire la sua grandezza, del resto non è un Nobel a caso. Consiglio di leggere le "lettere dei condannati a morte della Resistenza". Sono lettere piene di dignità, di amor di Patria, di voglia di Libertà e di giustizia.
Saluti
claudio
 
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view post Posted on 29/4/2012, 20:50
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Di Samarago lessi "Tutti i Nomi", originale ma di atmosfera decadente (un Kafka meno allucinato ma ugualmente tenebroso). Ignoravo il suo impegno politico.
Repubblica, Libertà, Democrazia... come giustamente detto li riteniamo diritti scontati, e come tutte le cose scontate prive di valore. Purtroppo ci si accorge del valore delle cose (e non solo) solo quando si perdono: "E' nelle cose che abbiamo perduto che esistiamo più pienamente", giusto per citare un Fritz Leiber che già avevo proposto in questi giorni in un altro topic. La Resistenza non ha svelato una generazione di predestinati eroi: ha risvegliato quanto tutti noi, come esseri umani, portiamo dentro. Ideali di giustizia e libertà. Ma l'opulenza del benessere sopisce i valori. Abbiamo perso (o ci hanno fatto perdere...) valori e ideali e ci hanno farciti di falsi bisogni e costosi feticci promettendoci felicità. Questa crisi sta sgretolando il castello di sabbia in cui ci credevamo sicuri: basterà la consapevolezza di questo a ricollocare nel quotidiano l'impegno verso i valori o, come la storia insegna, vi sarà rinascita solo dopo un rovinoso crollo?

 
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view post Posted on 30/4/2012, 08:47
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CITAZIONE (norge @ 29/4/2012, 21:50) 
Di Samarago lessi "Tutti i Nomi", originale ma di atmosfera decadente (un Kafka meno allucinato ma ugualmente tenebroso). Ignoravo il suo impegno politico.

Sì, l'impegno politico è sempre al centro dei suoi scritti (pur assumendo forme differenti) e della sua esistenza. Dalla militanza clandestina nel Partito Comunista Portoghese (era l'epoca della dittatura di Salazar) fino alle grandi polemiche con il governo israeliano, che l'accusò di antisemitismo (accusa fermamente respinta), o con la chiesa cattolica, che lo portò a "l'auto esilio" nelle Canarie.

 
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view post Posted on 30/4/2012, 12:55
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Le Isole Canarie abbondano di piste sterrate più o meno percorribili previa autorizzazione :drive1.gif: ... lo so che non c'entra niente ma mi è scappato irrefrenabile.
 
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