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| Fidel e Cuba un binomio quasi indissolubile come sa chi sull'isola c'è stato non per rinchiudersi in un resort o su un cayo, ma per viverne l'assoluta unicità. Cuba è stata un mondo sospeso, e altro non poteva essere, sospesa com'era tra il gigante americano ad un passo dalle sue coste, anzi direttamente in casa a Guantanamo e il lontano alleato russo. Cuba è stato il sogno di Davide che sconfigge Golia, ma ben sapendo che il gigante è solo stato momentaneamente tramortito. Chi è stato a Cuba ne conosce bene quel clima di rivoluzione permanente che parrebbe accomunarla a tanti altri regimi autoritari, ma condita da un genuino orgoglio del sapersi differenti, dal sapersi affrancati da quel sistema che ha stritolato l'America Latina affidandola a regimi ancora più feroci e sanguinari di quello castrista. Castro è stato realmente dittatore o padre padrone? Nessuno dei due ruoli è lusinghiero, ma la differenza è netta. Castro ha vissuto con il suo popolo e questo glielo hanno riconosciuto, ha cercato di fare di Cuba un paese migliore di quelli limitrofi e almeno in parte vi è riuscito. Certo che crollata l'Unione Sovietica è crollato anche il castello di carte su cui si reggeva la fragilissima economia cubana. Tuttavia al contrario di quanto avviene nei regimi totalitari a Cuba la gente veniva istruita, perché la conoscenza doveva essere uno strumento rivoluzionario e non controrivoluzionario, cosa che lascia aperta la porta al dubbio che della buona fede vi fosse. Il pugno di ferro in parte era determinato (ma non giustificato) dalla necessità di non far infiltrare la contro propaganda "imperialista". Insomma è un ritratto in chiaroscuro.
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