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Pedone
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| Secondo me, la sintesi di tutta la storia è che il primo produttore mondiale, che si pregiava con arroganza e presunzione di rappresentare l'eccellenza dell'industria automobilistica (chi si ricorda la pubblicità Volkswagen: "Das Auto") essendo incapace di rientrare nei valori dei parametri con soluzioni a costi industriali "abbordabili" ha consapevolmente barato e raggirato le regole del mercato. Evidentemente,constatando talune prese di posizione, c'era anche la convinzione di beneficiare di una credibilità della clientela ed una loro suddita radicata nella convinzione in tutti i casi di comprare "il meglio". Nei mercati anglosassoni in questi casi non esiste giustificazione né "seconda opportunità" in quanto questo tipo di dolo lede l'etica commerciale che governa il rapporto Cliente/Fornitore. In altri Paesi, e purtroppo lo dico con amarezza che evidentemente l'Italia rientra tra questi, raggirare il Mercato è giustificabile se fatto da Fornitori che meritano per supposta eccellenza del Prodotto una qualche forma di compiacenza e benevolenza. Giustificare per esempio un furto con la motivazione che anche gli altri rubano, rientra nella scarsa importanza con cui si valorizza l'Etica. Scusate il pippone, ma è quello che penso fin dal primo giorno in cui è emerso il dieselgate e non ho mai cambiato idea.
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