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| Caro Riccardo, la questione Nigeriana è molto complessa e purtroppo i cittadini comuni ora conosco bene Boko Haram, ma molto poco le nefandezze che da decenni si perpetuano nella zona del delta del Niger. Il Delta del Niger è una regione ricca di petrolio in cui si concentra l'attività delle multinazionali del petrolio che hanno provocato gravi danni ambientali, sociali ed economici. Politiche di sfruttamento che grondano di sangue versato in comune accordo tra i governi democratici e liberali i cui rappresentanti sfilavano con la scritta "Je suis Charlie" e i governi corrotti della nazione africana. I cittadini nigeriani, questo i telegiornali non lo dicono, temono in egual misura i fanatici integralisti e i militari governativi che fanno a gara nel compiere le peggiori nefandezze per sedare le ribellioni, che pur esistono, delle popolazioni locali. A questo si aggiungono le ripetute violenze subite da parte dei servizi di sicurezza delle compagnie petrolifere, che hanno carta bianca nel loro agire. E' una guerra lunga e infinita in cui Boko Haram è solamente un altro degli attori affamati delle ricchezze del paese i cui cittadini sono tra i più poveri di tutta l'Africa! Ecco perché io non sono Charlie, perché nutro seri dubbi che la libertà possa concretizzarsi in quattro vignette offensive per la sensibilità religiosa di una comunità, mentre continuiamo ad uccidere, anche se in modo meno plateale di coloro per cui quelle vignette sono un mero pretesto per dare sfogo alla violenza maturata dentro loro per motivi che ci è difficile sondare. Gli slogan, lo dico da sempre, sono buoni per coloro che non hanno voglia di pensare e pensano che concetti la cui complessità è tale per cui l'uomo vi si interroga da sempre possano essere riassunti in un motto d'effetto.
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