SediciSx4 Italian Forum

Degli accadimenti dello giorno montagnoso, ciò che accadde al raduno di Ottobre

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pepmon
view post Posted on 23/10/2013, 18:21




Grandissimo Claudio io ho letto tutto e mi sono divertito un mondo come se fossi stato con voi!!! Bravooo
P.S ma i cannoli dove li hai presi?? :D
 
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view post Posted on 23/10/2013, 18:27
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Istruttore

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Guarda Pep. vicino casa mia qui a Roma c'è un caffè pasticceria siciliano, si chiama: "La Putìa" roba buona. Noi del raduno siamo proprio un bel gruppetto, un po' strani, ma bravi ragazzi che combinano in allegria i casini che ho narrato. ^_^ :lol:
Saluti
Claudio
 
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view post Posted on 28/10/2013, 09:49
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Istruttore

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Grazie a Carmine che ha mi ha inviato il racconto assembleato, ho appartato delle correzioni e qualche piccola modifica. Appena posso lo inserisco, così la lettura per coloro a cui interessa, sarà più lineare e organica.
Saluti
Caludio
 
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view post Posted on 28/10/2013, 21:18
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Istruttore

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Prima di iniziare a raccontare, più o meno romanzando, quel che oggi abbiamo vissuto e fatto, mi corre l'obbligo di ringraziare pubblicamente degli amici. Senza nulla togliere agli altri frequentatori del forum anche essi amici (ad alcuni di loro sono particolarmente legato), voglio ringraziare
• Piero e Loretta: oramai ci frequentiamo da anni e la loro disponibilità e amabilità è sempre viva e totale. Quando li incontro sono immensamente felice!
• Silvia e Carmine, affettuosi e amiconi, persone vere, e il babbo di lei, che ci ha edotto enciclopedicamente sui pneumatici (lavorava in questo campo), i due figli Francesco con baffetti da sorcio e Roberto il mitragliere (nel senso che parlava sempre interrompendo tutti).
• Federico, Fabrizio, Sergio, Peppe e Giorgio.
• Antonio PX che ci ha chiamati per salutarci, ma li dove eravamo i cellulari non avevano campo. Grazie a tutti, anche a coloro che avrebbero voluto esserci e non hanno potuto.
Saluti a tutti
Claudio

Come ha scritto Carmine il giro è stato molto "trip" ma nel senso che abbiamo di molto mangiato attrippandoci alquanto! elencherò nomi e soprattutto soprannomi che serviranno a individuare i partecipanti: dunque io Claudio l'immaginifico, con a seguito il cognato Sergio il lagna, poi Piero ciavatta, Carmine il cinghialotto di Morcone, Federico il ghiro di Genova con Peppe secco stecco e Giorgio "che c...o ci sto a fare qui" (se lo vedete pare proprio che voglia dire questo) che per brevità chiamerò per comodità "Giorgio che c....o", e Fabrizio il rincoparecidos sempre di Genova. Questo è il gruppo, la sparuta pattuglia di svitati che si è avventurata (veramente) in quel degli appennini lucchesi salendo e scendendo per erti colli divertendosi (o quasi) come fossero ragazzini in un luna park.

Dunque...come è accaduto negli ultimi anni io e il lagna partiamo il sabato mattina, il tempo è buono e siccome la sera prima la Roma ha sconfitto il Napoli, si va abbastanza allegri, non mi ha neanche fatto aspettare come suo solito. E’ d’uso in tutti i viaggi autostradali che si rispettino, anzi per i comuni mortali è d'obbligo, il caffettino e la pisciatella a metà strada, cosa che viene puntualmente espletata anche dalle nostre persone in quanto appunto comuni mortali. Planiamo chetamente dunque fino a Borgo a Mozzano, nei pressi del maniero di Carmine con il quale avevamo appuntamento. Svoltiamo verso Convalle dove il sito è sito, che il Tom Tom indica la strada. Carmine poco dopo chiama dicendoci che in realtà siamo arrivati, ma noi si sale molto... arriviamo dopo parecchie decine di curve a Pescaglia, la villa principale, ma 'sta cavolo di Convalle non si vede! per fortuna richiama Carmine che ci indica di tornare indietro che il paese l'avevamo superato di molto. Maledicendo il Tom Tom che stava evidentemente cazzeggiando, invertiamo il senso di marcia e dopo aver ripercorso le 82 curve in senso inverso, finalmente arriviamo. Come sua abitudine, il nostro comincia subito ad impallinarci con i suoi hobby: ci scassa i cabasisi parlando di piste sterrate domenicali o dei suoi bislacchi lavoretti da pseudo-falegname. Sono le due del pomeriggio e abbiamo fame, sai cosa ci frega delle fisime carminesche! per fortuna arriva Silvia la saggia moglie di Carmine che comprendendo a volo la situazione minaccia Carmine di padellamento istantaneo e così si arriva lestamente al desco alimentare!
Dove eravamo rimasti? a si, al pranzo in casa Maiorano.... la padella silviana, risolvendo il casus belli (la rottura di cabasisi del Carmine), ha permesso l'inizio delle procedure mangerecce. Si sgomita un pò ma manco tanto visto che il tavolo è grande. Immersi nei piatti a cui volgiamo imperterriti la nostra attenzione, ce ne catafottiamo ( come direbbe Montalbano...) della figliolanza carminesca che pur simpatica parla di raccolta funghi e altre amenità similari, noi per cortesia si dice sempre di si, ma il nostro interesse è preso da tutt'altro. Il pranzo scivola via serenamente e noi, che ci siamo sciroppati 400 km di strada, vorremmo, se possibile fare un riposino… ma mentre ancora sto gustando un discreto caffè nonostante sia stato fatto da Carmine, la Silvia detta "il motorino di Convalle", ordina repentinamente che si vada su al campanile perché così ha da esse! rutteggiando e smadonnando ci alziamo mesti e partiamo. Dovete sapere che Convalle è tutta in salita, l'unica parte in pianura è il piccolo parcheggio cittadino. Potete dunque immaginare la nostra felicità nel dover, con ancora la pasta al pesto che si agitava nella panza, salire verso il campanile che da buon campanile, trovasi nella parte più alta di questo c...o di posto! evvabbè, in fondo siamo ospiti.... bestemmiando e smadonnando si arriva su. Il buon Francesco baffo di topo, figlio maggiore del Cinghialotto morconiano, non riesce a trovare le chiavi della torre campanaria ! noi intimamente contenti, facciamo gesuiticamente finta di essere assai dispiaciuti....
Porcaccia della miseria!!! le chiavi inaspettatamente si trovano e ci tocca allora fare un'ulteriore scalata su gradini di legno alquanto fradici e umidi per arrivare su alle campane. Arrivati ansimanti in cima, baffetto di topo per farcene sentire il suono , prende il batacchio e lo sbatte violentemente sulla parete campanara. In quel momento ero posizionato esattamente sotto di essa mentre cercavo di riprendermi dalla scalata infame. Mi investe immanentemente un suono terribile (infatti è rimasta scioccata anche la bile!), vibrano le orecchie, la testa mi sembra esplodere e sbando....scosso e tremante vorrei sedermi un attimo per riavermi, ma non c'è dove e subito vengo spinto quasi a pedate a scendere...non so come ma riesco ad arrivare in basso sano. Cavolo ora è arrivata anche Silvia, la gruppenfuhrer di casa Maio. Mi intima di seguirla e andare con lei, che ora si scende. Su una strada erbosa che ebbe anticamente sorte migliore, si arriva già al parcheggio che bisogna andare di fretta ad un luogo anelato da chiunque abbia avuta la ventura di capitare sulla terra garfagnanense: il museo della castagna! Orsù siate sinceri, chi di voi, almeno una volta nella vita, non ha bramato non dico visitare, ma almeno passare nei pressi di un raro museo della castagna! vedere vecchi tronchi scuriti dalle intemperie, legno riarso da inveterata esposizione agli agenti atmosferici, castagne mummificate che farebbero invidia pure agli antichi sacerdoti egizi.
Ci accoglie un signore incazzosetto che ci dice di far presto che deve andar via. In un antro oscuro subiamo la storia della castagna più o meno da Giulio Cesare ai giorni nostri, ora sappiamo tutto: dalla castagna primordiale, al metato, ai marroni (scegliete voi quali) odierni... ebbri di cotanta conoscenza non vediamo l'ora che il tour castagnaro sia concluso! come Dio vuole il tutto finisce. Giriamo per il paesello (mi pare si chiami Colognano) dove il famoso regista americano Spike Lee ha girato il film "Miracolo a S. Anna". Ma qualcosa, anzi qualcuno ci riporta alla realtà: Piero ciavatta chiama dicendo di essere arrivato al maniero carminesco e di non aver trovato nessuno e dunque penando al solito scherzaccio ordito dal Maio! Porca miseria c'eravamo scordati di lui...
Celermente si torna. Troviamo Piero che nell'attesa si era divertito pestando i fiori piantati tanto amorevolmente dai genitori di Silvia. Si è fatto tardi e bisogna preparare la cena. Carmine si presenta con uno strano enorme pesce che spaccia per trota ma che noi tutti sappiamo essere ben altro. Effluvi catramosi misti a odore di pesce rancido e bruciato invadono l'aria, noi lì presenti dopo un pò olezziamo di questo tanfo. Alcuni gatti del vicinato equivocando cominciano a mordicchiarci e tocca scacciarli in malo modo. Dopo circa tre e quarantacinque minuti, i resti semicarbonizzati del natante sconosciuto vengono partati a tavola (vedere foto su discussione paralella).

Porca miseria dopo le "fatiche" di questi giorni stavo riposando un pochino quando il cane che mi stava vicino ha abbaiato. Avendo fatto un non voluto zompo energico, mi sono detto visto che sono qua, andiamo a scrivere qualcosa.

LA CENA
Io e il Carmine siamo impuzzolentiti come aringhe affumicate al gusto di petrolio in quanto gli unici fessi che erano rimasti quattro ore per cucinare il pesce misterioso alla griglia. Portato questo davanti agli altri fintamente interessati, ci sediamo attorno alla tavola imbandita dalla brava Silvia. Io naturalmente a capotavola, il Ciavatta alla mia sinistra con accanto la consorte Loretta a cui vanno sempre i miei più sinceri ossequi, sulla mia destra il Lagna e l'ungulato di Morcone cui segue la Silvia padellatrice. Si inizia con pasta ai funghi trovati nel bosco e colti da France il baffo roditorio, chiediamo se sia esperto in miceti, ma ci viene risposto che non ne capisce quasi una mazza e va così ad occhio (versione popolare: a culo). Un lampo di terrore pervade i nostri volti visto che abbiamo ormai finito di mangiarli e che ne avevamo mangiato anche a pranzo, ma il dio degli sfigati (che saremmo noi) evidentemente preso da umana pietade, deve aver fatto in modo che i funghi siano sani infatti bene o male siamo tutti ancora qui anche se i funghi mangiati si chiamavano "trombette della morte" (vero, chiedete a Carmine se non ci credete). Si passa al pesce misterioso che tanfa di petrolio, come fare per non offendere l'ungulato campano che tanto magnifica la bestia putueolente? Questa volta ci toccherà ingurgitarla silenziosamente... Piero ciavatta ha l'espressione di un condannato alla pena capitale, Sergio il lagna invece allegramente magna tutto senza porsi problema alcuno! Io.... mi immolo perché l'amicizia prima di tutto ha da essere salvata! ci consoliamo con dell'ottimo coda di volpe, vino bianco beneventano che gentilmente viene offerto dalla casa. Ad un certo punto, il Maio ottenebrati i sensi dalla miscellanea tra funghi allucinogeni, pesciazzo al petrolio e abbondante vino, comincia a tirar fuori coltelli che manco il macellaio più fornito ne ha e poggiandomeli davanti, li descrive come se stesse parlando di avventure notturne con la Bellucci! figuratevi quanto la cosa possa avermi coinvolto, manco fossi D'Artagnan (vedere foto discuss. parallela), star li a vedere coltelli storti, ritorti, per salami prosciutti e verdure.... finalmente, finita 'stà manfrina, si arriva al dolce: gli ottimi cannoli siciliani da me portati e la torta alla crema tipo che c...o ne so portata dal Ciavatta. Il Carmine se ne taglia una porzione da battaglione di bersaglieri (vero!!!). Noi lo osserviamo trangugiarla con facce tra l'allibito e il disgustato...comincia l’immancabile meteorismo e poco dopo vien su un arzillo signore, trattasi il padre della Silvia padellatrice che dopo aver anche lui ingurgitato il suo bel pezzo di tortazza liquefatta, ci rende partecipi di come quando e perché si fanno i pneumatici, noi non aspettavamo altro!!! Ma il vino adulterato comincia a fare effetto e allora, come dio volle, il tutto finì e si va a nanna.
Immagino in un'altra vita d'aver combinato chissà cosa, perché toccare di dormire insieme a Sergio il lagna, non è cosa umana! il suo russare è l'olifante di Orlando a Roncisvalle (beccatevi queste citazioni colte, branco di ignorantoni! ); l'urlo di Munch, i tifosi della Roma quando la magica segna alla Lazio... per estrema difesa, come Odisseo dinnanzi alle sirene (arieccolo), mi riempio le orecchie di cera protettiva. Ma i potenti decibel nasali perforano tutto, novelle armi biochimiche...
Il dio del sonno Morfeo, non avendo pietà di me, ha deciso che questa sia la notte della veglia continua, e tale rimane fino all'alba.
Mi alzo con due occhi che sembra mi abbia picchiato Cassius Clay. per fortuna viene Piero così andiamo a far colazione sperando che almeno un buon caffè mi tenga sveglio... c'è il raduno da affrontare e il giro della morte preparato dal cinghiale di Morcone ci attende!!!

LA PARTENZA
Io, il Ciavatta e il Lagna arriviamo al luogo del ritrovo. Cavolo, gli altri non li ricordavo così brutti e "sfigati" (come dice mia figlia di quasi tutti i miei amici)! Fedepapalo il ghiro, allampanato con la faccia di chi non ha più nulla da chiedere alla vita; Peppe secco stecco più secco e stecco che mai che volendo ci si può giocare a biliardo, Giorgio "che c...o" che pare sempre chiedersi continuamente perché è li, rincoparecidos con un espressione tra il poco sveglio e il poco presente. Li ricordavo un po' meglio, ma evidentemente il tempo, nel suo progredire, inesorabilmente lascia dei segni terribili. Salgo sulla 16 di Maio, mentre il Lagna su quella del Ciavatta. E' talmente emozionato dall'evento che ogni tanto emette rumori che non sto qui a specificare. Saliamo invero verso alture molto belle, peccato che il tempo sia nuvoloso, il sole avrebbe fatto apprezzare i colori autunnali, i giallo-ruggine delle foglie cadenti insieme al verde di quelle perenni. In un paesino bisogna fare il biglietto per transitare indove dobbiamo noi ire. Una signora anziana, che sprizza la simpatia di un cobra incazzato, è addetta all'emissione dei biglietti. Non vuole credere che noi andiamo solo a triturarci i cabasisi e non anche a cogliere funghi e vorrebbe farci pagare anche per quelli. Io e il ghiro decidiamo di accopparla sul posto tanto non ci conosce nessuno, ma il Cinghia morconiano ci blocca ricordandoci che lui da quelle parti ci abita e potrebbe subire delle ritorsioni. Mal volentieri lasciamo in vita il cobra petulante e usciamo.
Li vicino una bella chiesa con una antichissima facciata pre-gotica fa bella presenza di se. Mi sorprende piacevolmente e faccio per entrare, ma la porta è chiusa, dall'interno però sento provenire il suono di un organo a canne! ma che è, stanno girando un film di Dario Argento, esistono veramente i fantasmi o cosa? giro intorno ma non noto aperture, la musica continua, pulita e ben intonata... non riesco a capire! ad un certo punto un tizio si avvicina al portone principale, bussa e quasi subito un omino apre... era lui il musicista maledetto! oddio più che maledetto par mingherlino e innocuo. Entriamo ad ammirare questa antica, splendida chiesa, ma quasi subito le imprecazioni del Maio ci fanno uscire di corsa, freme che bisogna partire. Si va, si sale, forse...si ritorna!

COME IL GRUPPETTO DI SFIGATI RIUSCI' A TORNARE SALVO DA FINIS TERRAE.
Siamo ancora vivi! non so come, non so perchè ma siamo ancora vivi.
Dopo aver lasciato la simpatica vecchietta al suo destino, si inizia sul serio la parte fuoristradistica. Sono accanto a Maio che nonostante i pannoloni rinforzati che porta, non riesce a trattenersi preso fortemente dall'emozione. Il percorso si fa subito difficile, fondo molto sassoso e sconnesso. Ci si inerpica, le 16 in verità si comportano molto bene dimostrando anche su un percorso decisamente difficile, la bontà della loro trazione integrale. Si balla anche se non siamo in discoteca. Mi sporgo dal finestrino, sulla mia destra un baratro piuttosto profondo che comincia a pelo di strada, mi spinge a controllare se ho ben messo la cintura di sicurezza oltre che a provocarmi ulteriori sommovimenti viscerali. Ogni tanto le ruote sfiorano il dirupo, non mi sento tanto sereno anche perchè l'ungulato guida con troppa sicurezza. Dopo un pò ci si ferma per ammirare il panorama e ricomporre le fila. Non si vede la 16 con il Ciavatta e il Lagna. Cominciano a girare diverse ipotesi: chi dice che sono precipitati in una scarpata, altri dicono che sono tornati al bar perchè avevano necessità di un caffettino, altri ancora che a uno di loro era scappato di fare bisogni fisiologici urgenti. Comunque tra una cazzata e un'altra dopo un pò compaiono, smentendo, almeno per ora le più fosche previsioni. Riprendiamo la marcia e con essa il trituramento dei cabasisi e lo scekeraggio della panza. Strade strette e nervose , buche sempre più profonde, curve che nascondono abissi, costellano il nostro cammino. Penso alla mia amata famiglia, che non avrei voluto lasciarla così, senza un vero saluto, penso ancora a tutte le minchionerie che avrei ancora potuto dire a fare.
Il tormento continua. Il Maio, preso dall'eccitazione pietrosa, continua a guidare come un ossesso. Cerco di tenermi aggrappato per evitare almeno qualche scossone, ma è tutto vano! Ci si ferma di nuovo... scendo e bacio la terra solida e ferma! siamo sull'erta di un colle, panorama bellissimo anche se ci minacciano gonfie nuvole. Il Ghiro, che già aveva di suo un espressione poco felice, mezzo tremante mi chiede se so quanto è lungo questo strazio e se ne usciremo vivi. Gli rispondo dicendo che poco prima mi era comparsa la madonna della speranza perduta la quale mi aveva comunicato che ci doveva ancora pensare. Il rincoparecidos invece ostenta un'espressione ebete ma non disperata come il Ghiro. Che abbia fumato qualche erba allucinogena , sapendo cosa gli sarebbe successo?
Finalmente un momento di pace e serenità, si minziona un pò tutti, chi controvento come Maio e Secco stecco con il risultato di bagnarsi le braghe. "Che c...o" sembra non capire dove siamo e perchè siamo li, ma per lui è normale.
Come d'abitudine oramai inveterata, il Ciavatta e il Lagna non sono ancora arrivati. Circola ora l'ipotesi che siano stati rapiti dal Passatore brigante che viveva qui nell'800, ma facendo i calcoli dovrebbe avere qualche annetto di troppo. Ma ecco che ricompaiono arrancanti. Il Ciavatta sfodera ora una macchina fotografica seria, mica come quella del Cinghiale di Morcone che fatte tre foto morirà definitivamente...
Ma i bei momenti come tutti sappiamo, durano poco, la sofferenza deve continuare, imperitura!
Ora si affronta una discesa estremamente ripida! chiudo gli occhi e raccomando l'anima a Dio, sicuro che vivo non ne sarei uscito! Infatti la fine oramai è arrivata, l’asciutta mano della morte sta calando su di noi… l'auto sbanda, scivola sul fango melmoso si cappotta.....è la fine! ma S. Claudio, coadiuvato dagli arcangeli Michele e Gabriele, la trattengono, la drizzano e la rimettono tranquillamente in carreggiata. Siamo ancora vivi!


COME IL GRUPPETTO DI SFIGATI RIUSCI' AD ARRIVARE QUASI INDENNE AL LOCO DELLA PERDIZIONE GASTRICA (LEGGASI RISTORANTE).

C'è ora da passare un piccolo guado, con tutto quello che abbiamo fino ad ora subito, è uno scherzo. Ogni tanto il Ciavatta scende e fotografa fiori marci, sterco di vacca, rami secchi.. boh.. de gustibus. Il Lagna si lagna meno del solito, probabilmente intontito dagli innumerevoli scossoni. Arriviamo ad una piccola radura. Grossi alberi di castagno (ma và! ) punteggiano il terreno, nel mezzo, qualcuno sta costruendo una carbonaia. Il Lagna smentendo il se stesso di poco prima davanti al cobra incazzoso, cerca funghi. Il Ciavatta fotografa funghi, il Maio è in crisi di astinenza perchè non sta rullando e frantumando i cabasisi sui sassi, io cerco qualche castagna, il Ghiro, Secco Stecco e "che c...o", stanno litigando con un signore che scopersi essere il proprietario del terreno che gli chiede del permesso di transito manco fosse della forestale. Il tizio non crede che noi l'abbiamo comperato, invece da ligi cittadini l'avevamo preso dal cobra incazzoso. .
Arriviamo in una zona dove è presente della terra rossa. Le ruote cambiano colore diventando tutte di un rosso ruggine molto charmant! Il tratto peggiore sembra essere finito, ora domina 'sta fangazza rossa. Ci fermiano per la trecentesima volta. Il rincoparecidos dovendo minzionare, a mò di cane pissia sulla ruota posteriore della sua 16 (vedere foto nella discussione parallela, è quello vicino alla 16 bianca). Bah, qua di persone normali tanto non ce ne sono. Il Ghiro immaginando che forse il peggio è passato riprende un pò di colorito, passando dal cereo zombie al leggermente rosato. Qualcuno ipotizza che stia espellendo gas interni fino ad allora compressi. Odori equivoci che pervadono l'ambiente silvano ci fanno propendere per questa ipotesi.
Comincia a piovere..... e ci mancava! sono ore che vaghiamo per montagne lontano dalla civiltà, abbandonati su un colle dove neanche il cellulare prende.... ma per fortuna il più è fatto! Ora comincia la discesa che dovrebbe portarci al "nido dell'aquila" nome impegnativo e altisonante della bettola dove pranzeremo. Ma non è ancora finita...
Ora sembra piovere piuttosto forte. Passiamo davanti San Guido (non centra 'na mazza Carducci, ma l'ho menzionato lo stesso ), passiamo davanti un grosso castagno secolare e decidiamo, io Claudio l'Immaginifico e Federico il ghiro di Genova, di farci una foto insieme vicini all'albero. Memore dei tanti film di Fantozzi visti ( che ci volete fà, la cultura del Carmine è questa), Maio insiste che la foto vuole farla lui (vedere sempre foto su discussione paralella)! e va bene, basta che si dia un mossa! La pioggia comincia ad intensificarsi.... dopo circa un quarto d'ora, zuppi e infreddoliti chiediamo quanto manca ancora all'avvenimento. Avendo pietà di noi, Fabrizio rincoparecidos ci soccorre con un ombrello percependo che la cosa sarà ancora lunga. Abbiamo i piedi immoti ma immersi nella mota... Finalmente Maio chinghialoide capisce perchè non riesce a scattare la foto, gli si è scaricata la batteria!!! allora preso il cellulare ci immortala con i risultati che potete vedere anche voi stessi.
Il Ciavatta pare quasi catartico, evidentemente la presenza in auto con lui del Lagna deve averlo stressato assai. Peppe secco stecco cerca di convincere Giorgio "che ca..o" che in fondo la sua crisi d'identità prima o poi deve pur finire (in effetti non è che sia proprio un ragazzino).
Risaliamo in auto madidi. Strizzo i pantaloni, cascate d'acqua scivolano sui tappetini... ma oramai è veramente finita, non so in che senso, ma è finita! Sotto un diluvio d'acqua navighiamo verso il ristorante, ci arriviamo poco dopo, stanchi, esausti ma contenti perchè finalmente se magna!



COME IL GRUPPETTO DI SFIGATI SOPRAVVISSUTO ALLA TORTURA CARMINESCA, FESTAGGIA ALLEGRAMENTE LO SCAMPATO PERIGLIO
Contravvenendo a tutte le leggi della fisica, i novelli itachesi giungono finalmente sani e salvi (o quasi) alla bettola, scusate al ristorante. Piove come dio la manda. Individui che fino a qualche minuto addietro si erano dimostrati pavidi e inespressivi, ora sfoggiano toni pavoneggianti. Papalo il ghiro che per tutto il percorso frantumava a tutti i cabasisi come se ce ne fosse stato bisogno dicendo che non voleva dipartire prematuramente, sbruffoneggia manco fosse il meglio pilota di rally (vero!)! Il cinghialotto di Morcone pensa solo ad arrivare ai piatti delle cibarie (vero!). Piero ciavatta, che stranamente è l'ultimo ad arrivare (eh,eh,eh…), probabilmente obnubilato e frastornato da Sergio il lagna, non riesce quasi a proferire parola. Sergio il lagna fa la solita lagna, del resto è specializzato in questo. Peppe secco stecco invece pare tranquillo, come se non si fosse reso conto del pericolo scampato, come se nulla di quello che ha appena vissuto fosse ancora presente nella sua mente! Giorgio "che c...o" invece si sta chiedendo come a fatto ad arrivare in quel posto e perché. Fabrizio rincoparecidos alquanto rinco (del resto questa è la sua specialità) vaga sotto la pioggia perdendosi e non rendendosi ancora conto che tutto è finito e siamo salvi! Resto io, colui che tutto sa (quasi) e tutto vede (questo ancora meno anche se ieri ho cambiato gli occhiali e ora ci vedo meglio), insomma l'Immaginifico. Devo dire che stavolta mi sento abbastanza rotto, ho i cabasisi infranti e lo stomaco iper scekerato, procedo lentamente e le gambe mi dolgono, mi sento come un sopravvissuto della zattera della Medusa (citazione storico culturale)... ma ora basta! il Maio ordina la presa di possesso dei posti di combattimento mangereccio. All'arma bianca si corre all'assolto delle tagliatelle!

COME IL GRUPPETTO DI SFIGATI CONCLUSE LA MOLTO PERIGLIOSA AVVENTURA
Finalmente si posizionano le chiappe sui sedili atti a rendere comodo il lavoro masticatorio, cioè ci siamo seduti a tavola! Sarà per lo stress e la stanchezza per quello che si era appena vissuto; sarà perchè il tempo uggioso ci rende tutti un poco malinconici, ma questa volta il pranzo scivola via piuttosto tranquillamente. I volti disfatti sono un pò ripresi, il pallore preesistente viene sostituito da arrossamenti cutanei dovuti probabilmente al discreto vino rosso che viene bevuto a garganella.
Arrivano gli antipasti, bruschette e affettati misti che afferrati scompostamente, scompaiono lestamente. Sarò strano, ma non li capisco: almeno si parlasse di donne! invece il Ghiro, Secco stecco e "che c...o" stanno straparlando di differenziali, gomme giuste e amenità del genere. Machecavolomenefrega! mapensateamagnà.... arrivano i primi, a chi pappardelle ai funghi, a chi (io) tortelli al ragù. Questi sono decisamente buoni come è saporito il ragù dove abbonda un macinato magro. Il Ciavatta riavutosi dalle lagne del Lagna che aveva sempre viaggiato con lui, tenta come lo scorso anno di ammannirci la storia palesemente finta di quando sbarcò sulla luna...una lesta botta ai cabasisi lo fa recedere sveltamente. Il cinghialotto morconiano grufola allegramente le sue pappardelle, il Lagna non si lagna più che sta mangiando avidamente anche lui le pappardelle. Peppe secco stecco anche se è secco come un chiodo arrugginito, a tavola pare un tritatutto industriale. "che c...o" stavolta pare a suo agio, si guarda continuamente intorno ma ingurgita continuamente le cibarie senza fiatare e senza interrompersi. Il Ghiro papalo, svegliatosi stranamente dal torpore che lo caratterizza, si unisce all'allegra (allegra? ) combriccola.
Arriva il cinghiale in umido! Il Ghiro contrariamente alla sua natura, si tuffa velocemente con un elegante volo carpiato sulla teglia sgomitando "che c...o" il quale preso alla sprovvista, ripiomba nel suo quasi perenne stato di crisi esistenziale non riuscendo nuovamente a capire cosa cavolo ci faccia lì. L'ungulato di Morcone esita, gli pare quasi di dover mangiare dei parenti, anche alla lontana ma sempre parenti. Ma i dubbi vengono presto superati e si catapulta anche lui con non chalange ad arraffare i pezzi migliori. A Rincoparecidos che per l'enensima volta era andato a pissiare nel momento topico (non inteso nel senso di sorcio), toccano i pezzi peggiori e comincia un pianto greco che ci frantuma ulteriormente i cosiddetti. Il Lagna si lagna perchè sono rimaste solo le olive, però c'è tanto sugo preciso io, ma la lagna continua! Piero ciavatta, dolorante per i colpi ricevuti, ora mangia silente. Io intanto mi sto deliziando con questo ottimo spezzatino, mi elevo, mi esulo dalla plebe circostante nella ricerca dell'essenza intima delle cibarie. Intanto, nell'attesa del suo ritrovamento mi bevo l'essenza di uva, questo vino rosso è niente male.
Comincia la fase meteoritica e eruttativa. Un concerto suonato da strumenti naturali pervade l'aria, il fatto è che a pervadere non è solo il suono ma anche gli effluvi pestiferi che soffocano gli astanti provocando diversi svenimenti tra gli altri avventori.
Un trio di ingordi: il Ghiro, il Maio e il Ciavatta ha anche il coraggio di prendersi il dolce! Ora il desiderato caffè e l'ammazzacaffè, ammazza quanto si è fatto tardi! tra una masticazione, un rutto e una minchiata, il tempo è passato allegramente, è oramai giunta l'ora di tornare ai nostri focolari (sono secoli che non ce ne sono più ma ancora si continua a dire così!). Bella giornata e belli amici che saluto con piacere ancora una volta:

Piero il Ciavatta
Carmine il cinghialotto di Morcone
Sergio il Lagna
Federico il Ghiro di Genova
Giuseppe secco stecco da Genova
Fabrizio il rincoparecidos di Genova
Giorgio "che c...o" sempre di Genova
e.......... io
Claudio l'Immaginifico
che spera a coloro che hanno avuto e avranno la pazienza e la ventura di leggere le mie narrazioni, di aver regalato qualche momento di allegria. I fatti sono veri, accaduti come li ho descritti, evidentamente abbelliti da invenzioni letterarie che mi sono permesso di disegnare, baroccheggiando quanto è realmente accaduto.
Saluti a tutti
Claudio

Edited by ClaudioN - 30/10/2013, 09:52
 
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px200cambio
view post Posted on 28/10/2013, 22:42




Certo che l'olifante di Orlando :D ... un gran bel ridere.

:bye1.gif:
 
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papalo
view post Posted on 29/10/2013, 09:03




Che dire....me la stampo come tutte le altre!!!! Grazie a tutti come sempre, ogni volta vale la pena fare tanti km per stare insieme!!! grazie!
 
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view post Posted on 29/10/2013, 09:40
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Istruttore

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Federì (pure ad altri se lo volessero) se ti interessa ti posso inviare il file Word.
Antò... se conoscessi mio cognato: olifante, trombe tibetane, corno inglese. C'ha una sonorità nasale... aivoglia! :o: :blink:
Saluti
Claudio
 
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view post Posted on 30/10/2013, 06:59
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Me lo leggo con calma sull'aereo....ca@@arola, mi han spedito in Australia nel momento sbagliato.....grandi!!! :)
 
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view post Posted on 30/10/2013, 20:19
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CITAZIONE (kri147 @ 30/10/2013, 06:59) 
Me lo leggo con calma sull'aereo....ca@@arola, mi han spedito in Australia nel momento sbagliato.....grandi!!! :)

In bocca al lupo per il lavoro, allora (e non solo per quello ;) )

Se per caso in Australia trovi un riduttore ARB per la nostra macchina così svenduto :D a poco ... portalo pure indietro :roflmao.gif: :rofl.gif: :D :D :D :D
 
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px200cambio
view post Posted on 30/10/2013, 22:39




Magari qualche canguro... :D

:bye1.gif:
 
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view post Posted on 30/10/2013, 22:47
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:) E che ci faccio di un canguro?
Poi è un'animale, un essere animato, questi debbono essere liberi già li sfruttiamo troppo ... per le bistecche!
L'auto non ha "anima" ... è solo uno strumento per fare quello che ci pare.
 
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view post Posted on 31/10/2013, 13:00
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Ma Christian scorregidor ora sta andando? :o: io avevo capito che non era venuto al raduno perchè era là. papalo così ci ha detto, o almeno mi par di ricordare.
Saluti
Claudio
 
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41 replies since 20/10/2013, 21:04   638 views
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