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Musica Rock e dintorni

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view post Posted on 22/12/2012, 17:14
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Siete partiti forte. Appena troverò il tempo ascolterò molto volentieri il pezzo di SuzuRock, non voglio farlo distrattamente, visto che chiede un parere.
Per il momento vi vorrei portare molto indietro nel tempo per riascoltare quello che secondo me, e non solo, è uno dei gruppi fondanti del rock moderno. Vi lascio con un pezzo molto noto, anche perché in Italia fu tradotto da Mogol per i Dik Dik, che costituì l'esordi per questo grande gruppo che ha disseminato di perle rare il panorama rock. L'organo Hammond, vera icona di quegli anni, la fa da padrone.

Per non inventarsi l'acqua calda riporto la spiegazione di questo classico da Wikipedia:

La nascita dei Procol Harum: A Whiter Shade of Pale

All'inizio del 1967 Brooker incontra il paroliere Keith Reid (che diventerà l'autore di tutti i testi del gruppo e considerato sesto membro effettivo della band, al punto da essere inserito nella formazione del gruppo nelle copertine degli LP), che scrive il testo per una melodia composta dal tastierista: l'idea di Brooker nell'arrangiamento della canzone è quella di inserire un'introduzione strumentale (ripresa poi tra una strofa e l'altra) ottenuta sovrapponendo il basso del secondo movimento della Suite per orchestra n. 3 di Johann Sebastian Bach BWV 1068 (conosciuta anche come aria sulla quarta corda) con una melodia presa da un'altra opera del compositore tedesco (BWV 645, il Corale in Mi bemolle maggiore Wachet auf, ruft uns die Stimme[4]).

Il tutto viene suonato dall'organo Hammond abbinato al Leslie: ottenuto tramite il produttore Denny Cordell un contratto con una piccola casa discografica, la Regal Zonophone Records (distribuita dalla Decca Records[5]), e scelto il nome di Procol Harum (che deriva da una storpiatura del nome del gatto di un amico di Cordell, "Procul Harum", che peraltro in latino significa qualcosa come "lontano da queste"), il tastierista registra la canzone con alcuni session-man (alcuni contattati tramite un annuncio su una rivista musicale britannica), tra cui l'organista Matthew Fisher, ed in pochi giorni il disco arriva in testa alle classifiche britanniche (negli Stati Uniti raggiunge il quinto posto).

La versione originale della canzone presenta due strofe in più, tagliate durante la registrazione per contenere la durata del brano entro i quattro minuti (durata media del lato di un 45 giri), ma recuperate da Brooker durante le esibizioni dal vivo. Sin dalle prime apparizioni alla batteria vi è Bobby Harrison, che non è il batterista che ha suonato durante la registrazione della canzone: costui, Bill Eyden, è un batterista jazz che era stato chiamato appositamente da Denny Cordell per la registrazione e che continuerà in seguito la sua attività di jazzista (nella versione stereo della canzone pubblicata solo nel 1997 in un'antologia viene recuperata una registrazione dove invece, alla batteria, vi è Harrison).

In Italia uno dei primi ad ascoltare il brano è Mogol, che all'epoca lavora presso la Dischi Ricordi e che scrive un testo in italiano (completamente diverso dall'originale di Reid) per i Dik Dik con il titolo Senza luce: il disco viene pubblicato il 20 agosto e va subito al primo posto in classifica, restando complessivamente in hit parade per diciassette settimane[6].

Anche la versione originale dei Procol Harum (in Italia pubblicata dopo quella dei Dik Dik) raggiungerà il primo posto nella classifica italiana (rimanendovi dal 18 ottobre al 6 dicembre), restando complessivamente ventun settimane in hit parade, caso quasi unico per una canzone di cui era già uscita la cover.

Le vendite in Italia saranno così elevate che Gary Brooker invierà una lettera ai Dik Dik ringraziandoli per le royalties che gli arrivavano come diritti d'autore dalla Siae